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 Messico



Uno straordinario crogiuolo di culture e di bellezze naturali a cavallo del Tropico del Cancro: il Messico è un Paese tutto da scoprire. Non si può raccontare il Messico: "si deve credere nel Messico, con passione, con rabbia, con totale abbandono", dice il personaggio di un romanzo di Carlos Fuentes, il più celebre e amato scrittore messicano vivente. Terra d'estremi, dove tutto é eterno e in apparenza immobile e al tempo stesso in frenetica evoluzione e capace d'improvvise eruzioni per noi inaspettate, il Messico sembra essersi incaricato, ormai da secoli, di rieducare lo straniero al senso della vita. Anche se la maggior parte dei viaggiatori resta sedotta dai maestosi monumenti maya ed aztechi, per i curiosi il Messico è un’ inesauribile fonte di meraviglie che trova il principale punto d'avvio proprio nel suo popolo, drammaticamente attaccato alla vita e gioiosamente innamorato della morte tanto da poterlo definire surreale. Il Messico offre ovviamente anche momenti di svago per trascorrere una vacanza di mare sulle coste del Pacifico o alla scoperta della Ruta de l'Indipendencia.

mappa

Messico in cifre
Capitale Città del Messico
Superficie 1.972.547 kmq
Abitanti 106.202.903 (luglio 2005)
Abitanti capitale 8.681.400 (21.233.900 agglomerato urbano)
Densità di popolazione 41ab./kmq
Religione Cattolici 89%, Protestanti 6%, altri 5%

Geografia e territorio
Il Messico, con i suoi confini attuali, esiste da meno di 150 anni. La ricostruzione storica di un'entità politica di nome Messico è possibile fino alla conquista spagnola, mentre tutto quello che risale ad epoche precedenti si basa su racconti orali, registrati molto tempo dopo gli eventi, e su congetture archeologiche poiché gli spagnoli hanno fatto veramente un buon lavoro nel distruggere ogni traccia delle culture che li avevano preceduti.
Il Messico confina a nord con gli USA, a sud-est con Guatemala e Belize, a ovest con l’Oceano Pacifico e a est con l’Oceano Atlantico. Il Paese ha il suo cuore geografico nelle terre dell'altopiano vulcanico (Altopiano Centrale o, secondo l'antica denominazione azteca, Anàhuac) in cui avviene la saldatura tra le due catene - la Sierra Madre Orientale e la Sierra Madre Occidentale- che, da nord a sud, formano l'ossatura fondamentale del Paese. E' una regione dominata dai superbi coni vulcanici del Popocatépetl (5452 m), dell'Ixtaccìhuatl (5286 m), del più marginale Citlaltépetl (5747 m) e di altri ancora, tra loro divisi da depressioni e bacini in parte chiusi situati a ca. 2000-2500 m d'altitudine. E' la zona dove sorge Città di Messico e i maggiori centri popolati. Il nome della capitale del Messico è fonte d'infiniti equivoci per i turisti, infatti, la denominazione Città del Messico non si trova su nessuna cartina, e non é utilizzata da nessuno. Per i messicani si tratta di México, o meglio El DF (El Deefe): lo stato ha preso il nome della città e México nelle conversazioni si riferisce sempre a quest'ultima.Di là di questa zona d'altopiani vulcanici, le due Sierre corrono insieme come una singola catena attraverso gli stati meridionali di Oaxaca e del Chiapas. Solo nella parte orientale dei tavolati dello Yucatan il territorio è sostanzialmente pianeggiante.
Il fiume maggiore del Messico è il Rio Bravo che, per un lungo tratto, fa da confine tra Messico e U.S.A sfociando nel golfo del Messico dopo 3000 km di corso; altri fiumi di una certa importanza li troviamo nella parte meridionale del Paese, come il Tehuantepec che sfocia nel golfo omonimo (Oceano Pacifico) e il Papaloapàn (Golfo del Messico).
La vegetazione varia in corrispondenza delle caratteristiche climatiche delle diverse regioni. Così nel sud (Yucatan e rilievi che dominano l'istmo di Tehuantepec e il golfo del Messico) si hanno le foreste tropicali che ospitano tutte le specie dell'ambiente caraibico, dai mogani ai cedri, o le piante del chicle, la sapotiglia o sapodilla.Nelle zone dove più marcato è il clima a due stagioni la vegetazione è savanica con specie xerofile: particolarmente numerose sono qui le piante grasse come le agavi e le yucche, tipiche del paesaggio messicano, oltre a piante cespugliose come il mezquite o l'ocotillo.

Popolazione
La popolazione messicana è costituita per il 55% da meticci, per il 29% da amerindi, diffusisi specialmente nel nord e nel sud, mentre i creoli, messicani di origine spagnola, e gli altri bianchi, molti dei quali nordamericani immigrati di recente, sono il 15%; di scarsa entità gli altri gruppi tra cui cinesi, malesi ecc. Lungo le coste meridionali si trovano minoranze negre e di zambos, derivanti dall'incrocio tra indios e negri. La densità di popolazione (la media è di 41 ab./kmq) varia da zona a zona; l'incremento tumultuoso si ebbe dagli anni Quaranta quando la mortalità subì sensibili riduzioni mentre la natalità, conservava i valori tradizionali, elevatissimi, pari al 40-50%.
Nel 1940 la popolazione era di 19 milioni di abitanti, nel 1960 già di 38 milioni, mentre oggi supera i 100 milioni. Il coefficiente di accrescimento annuo è stato elevatissimo negli ultimi decenni toccando il 3,6%, valore tra i più alti del mondo, sceso recentissimamente all'1,6%.
La popolazione messicana, che sino al 1940 era in maggior parte considerata rurale, oggi è urbanizzata in una percentuale elevata: il 73%, raggiungendo il massimo nell'agglomerato urbano della capitale Città di Messico con oltre 20 milioni di abitanti. La popolazione rurale vive nei pueblos, villaggi che hanno funzioni centrali nell'ambito di territori agricoli disseminati di nuclei di peones (composti di non più di 50-100 famiglie) e di haciendas. Poche sono ormai le zone dove gli indios vivono nelle loro condizioni originarie, in vecchie abitazioni di legno o paglia.

Clima
Dato il notevole sviluppo latitudinale del Paese, il clima varia in misura sensibile da nord a sud ed in modo anche più forte in funzione dell'altitudine. Rispetto a questa si distinguono diverse fasce. La prima è quella delle Tierras Calientes, le terre calde situate vicino al mare di cui pertanto avvertono gli influssi. La seconda fascia è quella delle Tierras Templadas, le terre temperate poste tra i 600 e i 1600 metri; le temperature sono mitigate, risentono già delle differenze stagionali, sebbene ci siano delle notevoli differenze passando da sud a nord del paese (Chihuahua situata a quasi 1500 m ha una media annua di 20°C, una estiva di 26°C). Condizioni ancora migliori si ritrovano ai bassi livelli della successiva fascia superiore, quella delle Tierras Frias, le terre fredde che si spingono fino a 2800 m a Città di Messico, la cui altitudine è di circa 2300 m. Le medie sono di 9°C in gennaio e di 23°C in luglio. Più oltre si passa gradatamente verso le Tierras Heladas, le terre gelate, tra l'altro limitate in Messico alle cime dei più alti vulcani.
paesaggio La stagione delle piogge va da giugno ad ottobre, e nel cuore del Paese ci si deve aspettare un acquazzone breve e violento in pratica ogni pomeriggio mentre a nord non piove quasi mai. Il Chiapas è lo stato più piovoso, ma anche nelle basse zone costiere del sud è facile in estate essere travolti da spettacolari tempeste tropicali.

Ora
Il Messico è 7 ore indietro rispetto all'Italia (se in Italia sono le 12 in Messico sono le 5), ma vi sono altre due fasce orarie: la prima, che comprende Baja California Sur e gli altri stati nord occidentali della costa di Sonora, Sinaloa e Nayarit, è indietro 8 ore rispetto all'Italia mentre la Baja California rimane sulle 9 ore in meno.

Lingua
La lingua ufficiale del essico è lo spagnolo, ma sono pure diffusi i vari dialetti amerindi nelle zone più remote e rurali e l'inglese nelle località turistiche.

Religione
Il 92% della popolazione è di religione cattolica, introdotta dagli spagnoli dopo l'arrivo di Hernàn Cortés nel 1519, ma in alcune regioni del sud ed in particolare nel Chiapas cerimonie cattoliche e antichi rituali maya si fondono ancora oggi ed è facile imbattersi in questi tipi di esperienze durante il corso di un viaggio.

Storia
Le prime prove di vita umana si hanno nel Messico centrale dal 20.000 a.C., ma la prima vera civiltà fu fondata nell'era pre-classica (1500 a.C.-300 d.C.) ed è quella degli Olmechi.
Le cittàolmeche, facenti parte della meno conosciuta tra tutte le società antiche, sorsero nelle basse giungle costiere di Tabasco e Veracruz. Proprio in queste società, che sono considerate la vera culla delle culture meso-americane, nascono invenzioni come il primo calendario e il primo sistema geroglifico dell'emisfero occidentale, e una religione, basata sul dio giaguaro, che fu diffusa grazie ai loro commerci in tutto il Messico centrale e meridionale. Sono di questo periodo le prime fasi del sito di Monte Albàn, vicino ad Oaxaca, e molte piccole città sorte dove oggi è situata Città di Messico, ma anche grandi centri come Cuicuilco, prima di essere sepolta da un eruzione vulcanica verso l'inizio del I sec. d.C. per lasciare il posto alla costruzione di Teotihuacàn che dominò il periodo classico (300-900 d.C.)
Anche oggi la città, con le sue grandi piramidi del Sole e della Luna, è l'imponente testimonianza di una società urbana governata da un'elite religiosa molto severa. Compaiono per la prima volta le figure degli déi che diventeranno in seguito familiari come Tlaloc, dio della pioggia e della fertilità, e Quetzalcoatl, il serpente piumato che ha portato la civilizzazione all'uomo. Storicamente non sappiamo quasi nulla di Teotihuacàn in quanto la mancanza di registrazioni scritte sul suo popolo o governanti c'impedisce di conoscere addirittura il suo vero nome (Teotihuacàn fu coniato successivamente dagli Aztechi e significa "il luogo dove gli uomini divennero dei"). E' certo comunque che il periodo storico in cui fu abbandonata la città, terminato il periodo di splendore, sia il 650 d.C. Pare che le civiltà della Meso-America e in particolare i Maya si siano estinte nello stesso periodo anche se i siti più a sud, in Guatemala e Honduras, sopravvissero più a lungo, in pratica fino all'800 d.C. Nello Yucatàn i Maya durarono più a lungo e le loro città rifiorirono intorno al 900 d.C.; pare, infatti, che le strutture che formano il sito di Chichén Itzà risalgano al periodo che va dal 900 al1100 d.C.
Sempre verso questo periodo, che coincide con l'inizio dell'era post-classica (900-1520 d.C.), nuove invasioni provenienti dal nord del Paese arrivarono nella fertile vallata del Messico fondando nuove città sullo stesso stile dei loro predecessori; di queste popolazioni, denominate Chichimechi, che significa barbari, ne emergono due d'estrema importanza: i Toltechi e gli Aztechi.
I Toltechi, che dominarono le vallate centrali dal 950 al 1150 d.C. furono tra i prima ad arrivare, anzi si dice addirittura che a loro si deve l'attacco che distrusse Teotihuacàn. Diedero il loro apporto al rafforzamento del culto di Quetzalcoatl, con una società strutturata in maniera sia militaristica che religiosa che applicava il rito del sacrificio umano su scala più ampia che in precedenza.
Quanto agli Aztechi arrivarono nel Messico centrale verso la fine del XII sec., ma fu solo nel 1345, dopo un periodo trascorso spesso in condizioni di semi schiavitù o lavorando come mercenari per i governanti locali, che si verificarono le condizioni e venne il segno profetizzato (un’ aquila posata su un cactus che divora un serpente) ad annunciare la costruzione di una loro città, Tenochitlàn. Scelta la posizione, un’ isola di un lago (dove ora sorge Città del Messico) e formata una triplice alleanza con i vicini di Texcoco e Tlacopàn, l'Impero Azteco era pronto alla conquista del Messico. Le sue conquiste furono notevoli: in meno di cento anni gli Aztechi giunsero a controllare e ad esigere tributi e tasse da tutto il Messico centrale e meridionale. Teotihuacàn divenne enorme tanto che, più tardi, gli invasori spagnoli non riuscivano a credere alle sue dimensioni e potenza. Nel frattempo altre popolazioni si spostavano per il Messico. Ad Oaxaca gli Zapotechi erano soggetti alle invasioni dei Mixtechi, provenienti dalle montagne, i quali solo negli ultimi anni prima dell'invasione spagnola si assoggettarono agli Aztechi. Nello Yucatàn invece i Maya non furono mai conquistati ma la loro cultura volgeva al declino.
La conquista spagnola del Messico cominciò quando Hernàn Cortès, a capo di appena 550 uomini, giunse sulla costa vicino all'odierna Veracruz il 21 aprile 1519. L'indecisione del re azteco Montezuma nel contrastare l'arrivo delle navi spagnole, giacché le sue spie ne avevano comunicato l'arrivo con largo anticipo, è da ricercarsi nel suo subire molto l'influenza di presagi religiosi, e l'arrivo di Cortés coincise con la data per la quale era stato predetto il ritorno di Quetzalcoatl. Gli invasori avevano la pelle chiara e la barba, come Quetzalcoatl, ed erano venuti da est, vale a dire da dove lui era svanito: ciò lo indusse a riceverli con doni in oro e gioielli con il risultato di accendere la bramosia degli spagnoli. In meno di tre anni gli spagnoli riuscirono poi, con diverse spedizioni, a sconfiggere gli Aztechi e a stabilire un efficace controllo sulla maggior parte del Messico. A sterminarli, più ancora delle spade e dei cannoni, furono le malattie portate dall'Europa come vaiolo e tisi. Insieme alle vite umane (nel 1519, all'arrivo di Cortés, gli indigeni erano 25 milioni scesi a 17 milioni nel 1532 e quindi a soli 2 milioni nel 1580) anche la cultura dei popolo precolombiani fu cancellata, dando inizio al territorio della Nuova Spagna, con la nomina di Cortés a Governatore. Iniziarono così 300 anni di dominio spagnolo diretto durante il quale furono costruite centinaia di città sullo stile della Spagna, con una plaza circondata da un reticolo di strade, migliaia di chiese, spesso in aree considerate sacre dagli Indios come in cima alle loro piramidi (fino al 1800 in Messico ce n'erano 12.000) e con il conseguente arrivo, nel 1524, dei primi monaci francescani per la conversione cattolica della popolazione.
La Chiesa, che inizialmente aveva difeso i diritti degli indigeni spesso ridotti a veri e propri schiavi ed impiegati nella costruzione delle nuove città, divenne in seguito sempre meno interessata a conservare la loro cultura e ad educare i loro bambini, a favore del denaro e della ricchezza del Paese. Nel Seicento la Chiesa possedeva metà del territorio del Messico, ma si allargarono anche le haciendas, le grandi proprietà agricole gestite da una piccola classe di ricchi proprietari spagnoli.
Il Messico divenne così una delle più ricche colonie spagnole, e tutto questo durò fino all'inizio del XIX sec., quando cominciò il declino della Spagna come potenza mondiale. Nel 1767 Carlo III espulse dal Messico i gesuiti, ritenuti troppo potenti, provocando risentimenti nei fedeli e nel basso clero. Nel 1804 la Corona confiscò i beni della Chiesa. Ma fu l'invasione della Spagna da parte della Francia ad accendere la scintilla, perché le colonie in America latina rifiutarono di riconoscere il regime di Napoleone Bonaparte. E' a questo punto che emersero i primi leader del movimento per l'Indipendenza: Padre Miguel Hidalgo y Costilla, un prete creolo, e Ignacio Allende, un ufficiale dell'esercito dissidente.
Il 16 settembre 1810, al grido d'indipendenza di "viva México" pronunciato da Higalgo dai gradini della sua chiesa a Dolores, una folla d'indios e mestizos si raccolse dietro la bandiera e conquistò rapidamente le città di San Miguel, Guanajuato iniziando la marcia verso la capitale. Ma nella primavera 1811 l'esercito di Hidalgo, numeroso ma indisciplinato, si disgregò con la stessa rapidità con la quale si era costituito, favorendo la cattura di Hidalgo, Allende e gli altri leader che furono giustiziati. Molti mestizos e la maggior parte della popolazione indigena rimasero tuttavia in uno stato di rivolta e, nel 1821, dopo l'introduzione di riforme liberali in Spagna proprio del tipo temuto dalle classi governative messicane, Augustin de Iturbide, un generale mestizo, unì le sue truppe a Guerrero e propose il Piano Iguala alle autorità spagnole, che non erano in grado di rifiutare, e il Messico proclamò la sua Indipendenza.

Alla nascita della Repubblica, nel 1924, seguirono anni d'anarchia mentre l'economia crollò. Fra il 1833 e il 1855 si alternarono ben 36 presidenze, 11 delle quali rette dal generale Santa Ana. Nel 1835 l'abolizione della schiavitù scatenò la reazione del Texas che si staccò dal Messico dando inizio alla guerra USA-Messico (1845) che si concluderà con la cessione della California e New Mexico per soli 15 milioni di dollari. Successivamente la vendita nel 1855 anche del territorio dell'Arizona portò ad una rivoluzione che depose definitivamente Santa Ana. Nel frattempo era cresciuta una nuova generazione che aveva conosciuto solamente un Messico indipendente ed aveva vissuto l'umiliazione statunitense, ma soprattutto identificava il suo nemico nella Chiesa, più ricca e potente di qualsiasi governo legittimo. Fu questo l'inizio delle guerre della riforma tra i liberali di Benito Juàrez e i conservatori sostenuti dalla Chiesa, che si concluse nel 1861 con il trionfo di Juàrez. Dopo la morte di Juàrez, nel 1872, il Paese conobbe per quasi quattro decenni la cosiddetta "dittatura costituzionale" del generale Porfirio Diaze solo nel 1911, con l'esilio di Diaz, la parola tornerà alle armi ed alle lotte rivoluzionarie di Pancho Villa ed Emiliano Zapata. Il primo, ladro di bestiame e bandito ai tempi di Diaz, si batteva soprattutto per un proprio tornaconto personale; il secondo fu forse l'unico vero rivoluzionario nel lungo conflitto che seguì; il suo grido di battaglia Tierra y Liberdad (Terra e Libertà) e l'insistenza sul fatto che "è meglio morire in piedi che vivere in ginocchio" continuano a fare di lui una figura venerata fra i contadini. Dal 1920 possiamo iniziare a parlare del Messico moderno.

Costituzione
Il Messico è una Repubblica federale presidenziale composta di 31 Stati e un Distretto Federale. Il potere legislativo spetta al Congresso formato da Senato e Camera dei Deputati eletta a suffragio universale. Il potere esecutivo spetta al Presidente della Repubblica eletto per sei anni a suffragio diretto. L'attuale Presidente della Repubblica è Vicente Fox, esponente della destra cattolico integralista messicana.
Situazione politica
Nel 2000 viene eletto Presidente del Messico Vicente Fox, esponente della destra cattolico-integralista messicana, strettamente legato agli Stati Uniti e alla loro politica. Dopo ben 13 elezioni presidenziali vinte dal Partito Rivoluzionario Istituzionale ( ultimo presidente Ernesto Zedillo) i messicani scelgono una strada diversa...

Economia
Il Messico occupa una posizione di primo piano tra i Paesi in via di sviluppo (in genere si colloca per importanza economica al secondo posto tra gli Stati dell'America Latina preceduto solo dal Brasile), ma risente ancora di squilibri sociali e territoriali molto marcati. Tuttavia lo Stato interviene con molteplici iniziative allo scopo di porre rimedio alle più pesanti sperequazioni e d'eliminare le maggiori sacche d'arretratezza. All'interno del suo territorio si trovano giacimenti di petrolio, raffinerie, ed è un importante esportatore di greggio. E' il primo produttore al mondo d'argento che si estrae da miniere antichissime. E' tra i primi produttori al mondo di piombo. Ha industrie siderurgiche, meccaniche, tessili, ma le importazioni superano ancora notevolmente le esportazioni e appesantiscono la bilancia dei pagamenti.
La coltura principale è il mais coltivato tanto dai piccoli proprietari terrieri quanto nelle grandi e più moderne aziende agricole. Nelle zone del nord è diffuso il frumento e nei bassopiani umidi è praticata la risicoltura. Fondamentale pure la coltivazione dei fagioli che insieme al mais sono alla base dell'alimentazione messicana. Nelle zone meridionali il clima consente buoni raccolti di frutta tropicale (banane, cocco, ananas); non meno importanti e coltivati un po' ovunque sono gli agrumi ai quali si aggiunge, nelle regioni asciutte del nord e del centro, la vite. L'allevamento è un’ attività importante: ha preminenza l'allevamento bovino da carne mentre nelle terre del centro e del sud prevale il bovino da latte.
L'inflazione che, solo 10 anni fa era al 30%, oggi si aggira nonostante le diverse cure ancora sul 18%. Cospicuo è l'apporto valutario degli oltre 6 milioni di turisti che ogni anno visitano il Paese.

Festivals e tradizioni popolari
Feste se ne celebrano ovunque e tutti i pretesti sono buoni. Fondamentale, per saperne di più, è un libretto edito in Messico, vera e propria bibbia per sapere dove e quando andare: Fiestas de México, Guias Panorama. Tra le feste da non perdere segnaliamo:
- Città del Messico, El Grito, ovvero l'insurrezione contro l'impero spagnolo capeggiata dal mitico padre Hidalgo. La notte del 15 settembre una folla enorme si riunisce nello Zocalo, tra la Cattedrale e il Palacio Nacional, con innumerevoli banchetti che vendono i cibi più inverosimili, il tutto in un crescendo fino al mattino.
- Piramide mayaCittà del Messico, Festa della Madonna di Guadalupe: nella prima metà del mese di dicembre, a partire dal giorno 3, processioni di contadini provenienti da tutto il Messico affluiscono nel grande santuario, e tra l'undicesimo e il dodicesimo giorno ufficiale della festa in migliaia ballano ininterrottamente le spettacolari " danze della Conquista". Il personaggio principale, che raffigura la morte con una maschera nera sul viso e una falce in mano, si aggira tra Mori che hanno copricapi sormontati da mezzelune e cristiani che brandiscono croci. Nell'enorme piazzale i venditori offrono la Gordita de la Virgen, una torta di mais a forma di Madonna.
- Aguascalintes, Fiera di San Marco : dal 18 aprile al 10 maggio nella città di Aguascalientes, capitale dell'omonimo stato, si svolge la più importante fiera del Messico. L'apice é raggiunto il 25 aprile, anniversario del santo patrono, con una grande parata seguita da rodei, corride, fuochi d'artificio e peleas de gallos, combattimenti di galli.
- Huejotzingo (Puebla), Carnevale : uno dei più affascinanti carnevali messicani che raggiunge il culmine il martedì grasso con la battaglia tra due gruppi di abitanti del paese, i "francesi" e i "messicani"; migliaia di persone per le strade hanno tutti il volto coperto da bellissime maschere in legno.
- Janitzio (Michoacàn), Dia de los muertos : è un’ occasione per capire il rapporto che hanno i messicani con la morte, esorcizzata in molti modi. I riti più impressionanti si celebrano nei villaggi Purepecha intorno al lago Janitzio quando, nella notte che precede il 2 novembre, l'intera popolazione si riversa nei cimiteri dove porta cibo e bevande trascorrendo la notte a dialogare con i defunti.
- Juchitàn (Oaxaca), Festa di San Isidro : le donne dell'istmo, che controllano il commercio locale e quindi sono economicamente autonome, celebrano la loro indipendenza in grandi feste con bellissimi balli che culminano nella Tirada de Frutas, il 15 maggio, quando dall'alto dei tetti bersagliano con ortaggi vari gli uomini in strada.
- Oaxaca, Guelaguetza : il terzo e l'ultimo lunedì di luglio, allo Stadio del Cerro del Fortin, esibizione di gruppi di danzatori che provengono dalle sette regioni dello stato di Oaxaca; è un'ottima occasione per ammirare splendidi costumi tradizionali e balli che spesso hanno origini antichissime legate ai miti preispanici.
- Papantla (Veracruz), Voladores : la cerimonia, nata come rito di fecondazione della terra, si svolge il 29 giugno: i cinque voladores partecipanti scalano un palo alto più di 20 m e cominciano lentamente a danzare al ritmo di suoni arcaici suonati da uno di loro. Poi i quattro rimanenti voladores, che rappresentano uomini-uccello, si appendono per i piedi a lunghe funi e scendono lentamente verso terra mentre il palo gira.
- San Juan Chamula (Chiapas), Carnevale : le cerimonie che celebrano i cinque "giorni perduti" del calendario Maya sono molto suggestive come quando gruppi di uomini saltano attraverso una barricata incendiata davanti alla chiesa. Attenzione agli Indios Chamula: non amano i turisti ed è assolutamente proibito scattare fotografie mantenendo quindi un atteggiamento di massimo rispetto.
Giorni di festa nazionale sono: 1 gennaio, 5 e 24 febbraio, 1 e 5 maggio, 16 settembre, 12 ottobre, 20 novembre e 25 dicembre.

Visto: Non occorre
Passaporto: Valido per almeno sei mesi dalla data di ingresso
Febbre gialla: Non occorre
Profilassi antimalarica: Consigliabile per chi voglia visitare le zone umide
Vaccino Epatite A ed antitifico: Consigliati
Vaccino Epatite B: Consigliato per chi sosta a lungo

Quando andare
L'inverno è la tradizionale stagione turistica e nelle località balneari come Cancun o Acapulco dicembre è il mese più affollato dell'anno. In realtà i turisti visitano il Messico durante tutto l'anno concentrandosi sugli altopiani in estate e nelle zone costiere in inverno. Il mese probabilmente ideale rimane comunque novembre quando le piogge (periodo estivo da fine maggio ad ottobre) sono finite e la stagione di punta deve ancora iniziare, ma anche marzo rimane un ottimo mese.
Il mese di settembre è considerato il più a rischio per quanto riguarda gli uragani. Le zone solitamente colpite da tali fenomeni sono tutta la costa del Pacifico, il Golfo del Messico, la penisola dello Yucatan e, in generale, il sud-est del Paese.
Il clima di Città del Messico, situata ad oltre 2200 m sopra il livello del mare, è temperato con precipitazioni periodiche. L'altezza e l'alto tasso di inquinamento (soprattutto marzo-aprile-maggio) consigliano cautela a chi ha problemi cardiocircolatori e di respirazione.
rovineDurante i mesi che vanno da giugno a novembre, le giornate sono caratterizzate da mattinate soleggiate con progressivi annuvolamenti e temporali pomeridiani e serali. Per i restanti mesi dell'anno il clima si presenta estremamente secco. La temperatura massima nel periodo delle piogge e di 25°C, con elevatissima umidità (sensazione percepita: oltre 30°C),per raggiungere poi nelle ore notturne un valore minimo che va dai 7° ai 10°C. Durante il periodo secco la temperatura supera abbondantemente i 30 °C nelle ore più calde, mentre la notte si registra un forte sbalzo di temperatura con valori che possono raggiungere i 4°-6°C.

Da mettere in valigia
Dizionario spagnolo di conversazione (pochissimi parlano inglese!), medicinali, sacco a pelo (nei pullman notturni e sul treno Chepe fa davvero freddo), una torcia (specie per chi va a Tulum dove la notte tolgono la luce), un adattatore per le prese elettriche a due lamelle piatte,abbigliamento pratico ed informale, felpa termica, k-way (in estate piove spessissimo), antirepellente per zanzare, lozione solare ad altissima protezione.

Elettricità
La corrente è a 125 volt e la frequenza di 60 Hertz. Le prese necessitano di spine americane piatte, quindi è bene portarsi da casa un adattatore e un trasformatore (per alcune marche di cellulari). Gli hotel di lusso hanno invece impianti a 220 volt. In alcune zone del Paese sono frequenti le interruzioni dell'energia elettrica.

Cosa vedere e cosa fare
La penisola dello Yucàtan rimane ancora una delle mete di punta di un viaggio in Messico. In effetti, i centri di richiamo che offre sono molteplici, a cominciare dai famosi siti archeologici dell'epoca maya come Chichén Itzà, non distante dalla capitale della regione Mérida, ma anche Uxmal, a sud della capitale, merita indubbiamente una visita approfondita con la sua Piramide dell'indovino, la più straordinaria di tutte le piramidi messicane, che si innalza con una stupefacente angolazione dalla sua base ovale fino a un tempio che si trova a circa 30 m dal suolo, con un'ampia ma terribilmente ripida scalinata su ogni lato. Chichén Itzà rimane il sito più famoso del Messico, copre un area di 300 ettari e racchiude i resti di una città maya che prosperò dal IX al XII sec. d.C. . Merida, la pittoresca capitale dello Yucatàn, vanta origini maya e un pizzico d'atmosfera europea essendo stata fondata da Francisco de Montejo nel 1542; offre un vivacissimo mercato con bei prodotti artigianali e parecchie cose da vedere a cominciare dalla Cattedrale cinquecentesca e il Parque Santa Lucia, ritrovo serale dei musicisti. Ad est della penisola troviamo Cancun, famosa località balneare con belle spiagge da dove è possibile, in battello, raggiungere Isla Mujeres con la sua barriera corallina o la più distante Isla Contoy che ospita una riserva ornitologica. Scendendo la costa in direzione sud, a circa 130 km, si incontra il sito di Tulum, posto su una scogliera che guarda al Mar dei Caraibi, uno dei più pittoreschi siti maya ( se volete farvi una nuotata potete tuffarvi direttamente in mare dalla spiaggia presso il sito, inoltre la zona offre illimitate possibilità di godervi il mare anche alloggiando in cabanas sulla spiaggia).
Il Chiapas, lo stato più meridionale del Paese, è il più verde ma anche il più difficile da raggiungere ed è l'ideale per quei viaggiatori che cercano di cogliere l'ultimo sussulto rivoluzionario del millennio con la speranza di incontrare il sub comandante Marcos, l'uomo icona che lancia comunicati via internet dal suo rifugio nella Selva Lacandona. E' l'occasione per una visita a San Cristòbal de Las Casas con il suo mercato, il museo di Santo Domingo e le due chiese di Guadalupe e San Cristòbal che vantano le più belle viste sulla città. San Cristobal è anche la base di partenza per un'escursione verso uno dei più affascinanti siti archeologici, quello di Palenque.
Messico vuol dire anche cultura e quindi musei: da non perdere nella capitale Città del Messico il Museo de Arte Moderno con opere di artisti messicani di questo secolo. Qui si viene soprattutto per tre grandi protagonisti del moralismo: Diego Ravera, José Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros oltre ad altri nomi celebri, da Rufino Tamayo a Frida Khalo. Inoltre il Museo Nacional de Antropologia con la più spettacolare collezione archeologica del mondo, fondamentale per capire le civiltà che hanno attraversato il Paese nel periodo antecedente all'invasione spagnola: Olmechi, Zapotechi, Huaxtechi, Toltechi, Maya e Aztechi. Il pezzo più celebre, diventato il simbolo stesso del museo, è la Pietra del Sole, lo stupefacente calendario azteco scolpito su un monolito di 24 tonnellate. Per riprendere la storia nel momento in cui il Museo di Antropologia l'aveva conclusa, il Museo Nacional de Historia espone le vicende della conquista spagnola fino alla rivoluzione del 1911-17. Tra gli altri musei sparsi in altre città si segnalano il Museo Antropologico di Mérida, il Museo y Casa Diego Rivera a Guanajuato, il Museo Frida Kahlo di Coyoacàn e il Museo Regional di Oaxaca.
Per chi fosse interessato alle meraviglie della natura, il Messico offre un'eccezionale varietà di paesaggi, dai deserti aridi ai vulcani attivi, dalla seconda barriera corallina al mondo a paesaggi alpini che d'improvviso sprofondano in canyon coperti da una lussureggiante vegetazione tropicale. Per chi fosse interessato a visitare parchi o riserve, dove l'avventura è assicurata giacché molti sentieri non sono nemmeno segnalati e le mappe non sono facili da trovare, Quinto Sol ( Presa Las Pilas 37 PH 11500 Città del Messico tel. 0052-5-3955225 Fax. 0052-5-3958431) organizza circuiti ecoturistici in Messico mentre sul sito americano http://www.gorp.com/ è possibile trovare notizie sulle aree protette del Paese.
mareGli appassionati di mare e vita da spiaggia troveranno il loro paradiso sulla costa sud dell'Oceano Pacifico. E' in questa striscia di terra che si trovano le più famose località balneari del Messico a cominciare da Acapulco, luogo di spiagge immortalate in decine di film, di locali notturni e di clavadistas, i famosi tuffatori che si gettano dalla scogliera di La Quebrada in un canale stretto e roccioso. Più a nord di Acapulco troviamo Puerto Escondido, paradiso inizialmente di surfisti ed hippy e conosciuto dagli italiani dopo il successo del film di Gabriele Salvadores. Risalendo verso il nord di Acapulco incontriamo la spiaggia di Zihuatanejo scoperta da uno dei capitani di Cortés: è un pezzo di vecchio Messico con vita notturna praticamente inesistente ed è la meta ideale per trascorrere una vacanza all'insegna del romanticismo. Ancora verso nord incontriamo Puerto Vallarta, al centro della Baia de las Banderas, che contende ad Acapulco il titolo di regina del Pacifico e fu in passato set di diversi film da La notte dell'iguana di John Huston ai più recenti Terminator o Revenge con Kevin Costner.

Cosa acquistare
L'acquisto di prodotti artigianali non richiede più una visita ai luoghi dove sono prodotti: sia a Città del Messico che nei luoghi più frequentati dal turismo si trovano negozi specializzati che raccolgono gli articoli migliori e più popolari provenienti da varie parti del Paese. Tra di essi ricordiamo le ceramiche con disegni e tecniche di lavorazione diverse per ciascuna regione, l'argento lavorato a Taxco, la lana ed in particolare i tappeti provenienti da Oaxaca, le amache di Merida, il vetro di Jalisco e il cuoio, specialmente gli huaraches cioè i sandali.

Dormire
Se non avete deciso di trascorrere il vostro soggiorno in località di mare nei periodi di Pasqua o Natale (in questo caso è sempre meglio prenotare con largo anticipo), trovare una stanza anche a buon mercato non è difficoltoso. Gli alberghi più a buon mercato in genere sono situati intorno alla piazza principale (lo Zòcalo), vicino al mercato o alla stazione dei treni o dei pullman, mentre quelli più costosi sono stati costruiti nelle periferie delle città e sono raggiungibili in macchina o in taxi.
Per chi si ferma almeno una settimana o chi paga in contanti, in alcuni casi sono praticati sconti o tariffe convenienti e comunque vale sempre la pena contrattare un po' con gli albergatori. Il prezzo per un hotel di media categoria si aggira sui 30 euro su una gamma di prezzi che comunque va da meno di 10 euro per i più economici a più di 100 euro per gli hotel di lusso affacciati eventualmente sulla spiaggia (nello Yucatan i prezzi sono generalmente più alti: mediamente una camera doppia viene a costare sui 60 euro). Sappiate che in tutto il Messico le camere si devono pagare adelantados, ovvero anticipatamente all’inizio del soggiorno. Nettamente di lusso il soggiorno nelle haciendas: testimonianze del potere e della ricchezza degli antichi proprietari hanno prezzi che vanno dai 238 ai 320 euro la camera.
Un alternativa all'albergo rimangono i bungalows, qui chiamati cabanas, che di solito si trovano sulle spiagge e qualche volta anche all'interno, adatti comunque più ai giovani che girano con lo zaino. Hanno varie tipologie e vanno da quelli piuttosto spartani, spesso fatti solo in legno, con tetto di paglia e pavimento in cemento o sabbia, a quelli di lusso, elegantissimi e dotati di tutti i comfort. I prezzi sono disparati: ce ne sono da 20 dollari a notte, ma la maggior parte costa dai 60/70 dollari americani in su e molte costano oltre 100 dollari a notte.
Sempre per i più giovani, con 5-8 euro è possibile garantirsi un letto in uno dei 26 ostelli della gioventù sparsi per il Paese (info: FONATUR, Insurgentes Sur 800, 17° piso, Colonia del Valle, Mexico, tel. 55-54484200. Il campeggio libero è consentito ovunque ma è assolutamente sconsigliato. Meglio optare per un camping custodito il cui costo può variare da 1 a 10 dollari per notte.

Mangiare
I classici alimenti della dieta messicana sono il mais e i suoi derivati, i fagioli e il chili. Una volta arrivati in Messico chi di voi a sempre sentito parlare di cucina super piccante dovrà un po' ricredersi, anzi di solito i cibi non sono nemmeno troppo piccanti e dato che la maggior parte del cibo messicano è semplice, in tutti i ristoranti un modo per arricchirli è costituito dalle varie salse che troverete sul tavolo. Oltre ai conosciuti tacos o alle tortillas moltissime sono le ricette messicane da assaggiare come ad esempio i tamales, un pasticcio di mais e carne ripieno fatto cuocere in foglie di banano o granturco, oppure i fiori di zucca ripieni di pollo e tortillas, il barbacoa è invece la grigliata mista di carni; la taquiza mixta sono cinque tipi di tacos con riso; i chiles rellenos, peperoni ripieni con salsa di mango, ma anche pesce nelle zone di mare, deliziosi i cocktail di gamberetti e polipo.
Oltre ai ristoranti è possibile mangiare nei mercati o nelle bancarelle lungo le strade (da provare quelle in Plaza Garibaldi a Città del Messico): anche se spesso l'ambiente non è dei più invitanti sono senz'altro più a buon mercato. I prezzi sono molto abbordabili: mediamente 40 pesos nelle bancarelle, 70/80-120 pesos nei ristoranti di medio livello. In alcuni supermercati della catena Oxxo si possono acquistare piatti precotti che potete riscaldare nei forni a microonde e consumare nei tavolini messi a disposizione dei clienti.

Posta e Telefono
I servizi postali messicani sono ragionevolmente efficienti, gli uffici postali rimangono aperti dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, mentre al sabato dalle 9 a mezzogiorno. Diffuso interenet: potrete collegarvi sia nei cybercafè che in un certo numero di hotel.
Per telefonare in Messico dall'Italia bisogna selezionare il prefisso internazionale 0052 seguito dal prefisso del distretto (05 per Città del Messico) senza lo zero e dal numero desiderato. Per chiamare l'Italia si digita lo 0039 seguito dal numero dell'abbonato. E' ancora possibile effettuare chiamate a carico del destinatario (por cobrar): per prendere contatto con l'operatore dai telefoni pubblici premere il tasto con l'asterisco e digitare il 671, mentre dagli alberghi è sufficiente premere due volte l'asterisco seguito dal numero 17. Molti telefoni pubblici dovrebbero accettare le carte di credito; leggermente più costose e di sicuro più affidabili sono le casetas de teléfono. Ce ne sono parecchie poiché molti residenti non hanno il telefono in casa: possono essere semplici negozi o bar con telefoni pubblici riconoscibili da un insegna esterna con il telefono. Sono inoltre sempre più diffusi lungo le strade telefoni utilizzabili con schede telefoniche da 30, 50 o 100 pesos.
In Messico funziona la rete AMPS, quella GSM è stata introdotta di recente.E' necessario possedere un cellulare triband.

Moneta e cambio
Il nuovo Peso Messicano o Nuevo Peso è stato introdotto nel 1993 (solitamente scritto N$); è formato da 100 centavos ed è l'equivalente a 1000 vecchi pesos. Per il momento è emesso in banconote da 10, 20, 50, 100, 200 e 500 N$ e in monete da 5, 10, 20, 50 centavos e da 1, 2 ,5, 10N$. Fate attenzione al fatto che la sigla del peso ( S barrata una sola volta) e quella del dollaro (S barrata due volte) si assomigliano notevolmente!. Giacché il peso non è reperibile in Italia si consiglia di cambiare direttamente gli euro (o i dollari) all’arrivo in Messico. Attualmente 1 euro vale circa 13,19 pesos, 1 dollaro vale 10,96 pesos. Le banche sono aperte dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.30; la commissione varia da una banca all'altra, mentre il tasso di cambio, in teoria, dovrebbe essere lo stesso ed è fissato ogni giorno dal Governo. Si può cambiare anche in aeroporto, negli hotel e nelle agenzie di cambio che, in genere, hanno un orario di apertura più flessibile di quello delle banche e un tasso di cambio più conveniente. Accettate le carte di credito internazionali (ma con percentuali di ricarico anche del 15%), qualche difficoltà a ritirare contanti col bancomat nelle località minori.

Sanità
Per problemi medici di lieve entità recatevi in farmacia: le potete riconoscere dalla croce verde esposta con l'insegna. I farmacisti sono in genere ben preparati e disponibili e di solito parlano un po' di inglese, se necessario possono anche vendere al banco farmaci che a casa otterreste solo con la ricetta. Per problemi più gravi potete informarvi presso il Consolato che vi fornirà una lista di medici che parlano italiano. Le strutture sanitarie pubbliche, comunque, non rispecchiano in media i livelli europei e quelle private, migliori, sono generalmente assai costose.
Comunque in linea di massima l'unico problema che avrete probabilità di incontrare è la diarrea (vendetta di Montezuma), quindi attenzione ai cibi e alle bevande. Di conseguenza vi consigliamo di bere acqua imbottigliata, di evitare il ghiaccio, le verdure crude e la frutta che non potete sbucciare personalmente.
L’alto tasso di inquinamento presente nella capitale (soprattutto nella stagione secca che va da novembre a maggio) consigliano cautela a chi a problemi respiratori e cardiocircolatori; chi non ne soffre può comunque avvertire mal di testa, nausea, bruciore agli occhi.
Non ci sono accordi in campo sanitario tra il Messico e gli altri Paesi per cui è indispensabile stipulare qualche tipo di assicurazione sanitaria prima di mettersi in viaggio. Rischio di colera, di epatiti e di salmonella nelle zone rurali e nelle periferie delle maggiori città. Recentemente si sono registrati casi di dengue anche in prossimità di località turistiche (zona di Acapulco) della costa del Pacifico ed epidemie di epatite A ed E. La malattia di Chagas è presente nelle aree rurali al di sotto dei 1500 m in vari stati della costa del Pacifico, del Golfo del Messico, della costa caraibica e del Messico centrale. Molto diffusa la rabbia animale (cani e pipistrelli in particolare).

Sicurezza
Nonostante gli alti tassi di criminalità non si dovrebbero avere particolari problemi finché si rimane sui sentieri battuti: il rischio non è superiore a quello che si corre in una città media dell'Europa o del Nord America. Nello stato controllato dagli zapatisti, il Chiapas, incontrerete sicuramente guerriglieri ed unità dell'esercito ma nessuno dei due ha di mira i turisti. Se andate in giro in auto dovete tenere presente il rischio dei banditi: sono infatti possibili furti e anche assalti, specialmente nella zona nord occidentale e in particolare nello stato di Sinaloa. A volte i rapinatori si travestono da poliziotti, a volte da autostoppisti o da automobilisti in panne, per cui è meglio pensarci due volte prima di fermarsi per dare un passaggio. E' consigliabile inoltre non andare mai in giro di notte. Tra le strade ad alto rischio: la 2 ( Mexicali-Agua Prieta), la 40 (Matamoros-Monterrey), la 5 (Città del Messico-Acpulco), la 75 (Oaxaca-Tuxtepec), la 57 (San Luis Potosi-Matehuala) e la 1 a Sinaloa.
A Città del Messico la microcriminalità è assai diffusa, con furti e rapine soprattutto nei luoghi di maggior affollamento o isolati. Buona norma è quindi essere prudenti, non indossare gioielli e non mostrare di possedere denaro (prelevate soldi solo agli sportelli all’interno delle banche). Se dovete muovervi, evitate di prendere il metro o i taxi libres, più prudente servirsi solo di taxi sitio (a fermata fissa) o dei taxi dell’hotel. Particolare cautela anche per recarsi a visitare le piramidi di Teotihuacan.
Attenzione a chi fa il bagno nelle acque del Pacifico: anche i nuotatori più esperti non ne devono sottovalutare le insidie (soprattutto nella zona di Puerto Escondido).
L’uso personale di droghe e il loro traffico comporta pene pesanti.

Comportamenti
Nelle zone degli altos del Chiapas alcune popolazioni indigene non vedono di buon occhio i turisti, ritenuti poco rispettosi di usi e costumi locali. Si raccomanda quindi il massimo rispetto chiedendo sempre il permesso di fotografare le persone nel caso si voglia farlo. Non entrate mai nelle case dei nativi se non siete stati espressamente invitati a farlo e, se lo siete stati, rispettate il rituale di ingresso.

Curiosità
I siti archeologici più famosi sono presi d'assalto dai gruppi di turisti organizzati che però arrivano dalle 10.30 del mattino e non si trattengono mai oltre le 15.30 del pomeriggio. Pianificare quindi la vostra visita prima o dopo questi orari vi farà vedere i luoghi sotto un'altra luce; inoltre, di prima mattina o al tramonto, la calura non è soffocante e la scalata alle piramidi è meno faticosa essendoci sempre almeno un lato in piena ombra. Le scalinate di alcune piramidi sono impressionantemente ripide e la discesa può talvolta incutere un po' di timore: un buon metodo è quello di scendere non in linea retta, ma in leggere diagonali come se doveste sciare. E' bene anche sapere che presso i più importanti siti archeologici potete trovare sempre un deposito bagagli gratuito: la cosa è molto comoda se la visita al sito è solo una tappa del vostro viaggio. Ricordate che i musei non sono più gratuiti la domenica e che per tutti i musei e siti statali si paga un biglietto di ingresso di 38 pesos (circa 3,5 dollari).
Le mance sono una consuetudine indispensabile per garantirsi un buon servizio. La mancia in Messico si chiama propina ed è una fondamentale fonte di guadagno per camerieri, facchini e baristi. Laddove non sia inclusa occorre sempre lasciarla: partite avendo con voi una buona scorta di dollari di piccolo taglio. Nei ristoranti e bar equivale a un 15% del conto.


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