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 Grecia



Andare in Grecia è un tornare alle proprie radici culturali, un pellegrinaggio nella terra culla della civiltà occidentale, il luogo in cui pensiero ha raggiunto vette sublimi e l’arte la bellezza ideale. Ma la Grecia è anche un mondo fatto di sole e di mare e forse il modo migliore per godersela è dato dal sapiente equilibrio tra la visita a un sito archeologico o ad un museo e un intervallo balneare o una sosta a bere ouzo mentre gli antichi dei, dall’Olimpo, ci guardano sorridendo.

mappa grecia

Grecia in cifre
Capitale: Atene
Superficie: 131.944 kmq
Abitanti: 10.665.989 (luglio 2005)
Abitanti capitale: 750.000 (3.761.810 nell'area metropolitana)
Religione: Greco-ortodossa, minoranze musulmane e cattoliche

Geografia e territorio
Posta all'estremità meridionale della penisola balcanica, la Grecia comprende oltre che la terraferma anche gli arcipelaghi delle Ionie, dell'Egeo e l'isola di Creta. Per la presenza di tutte queste isole e per la spiccata peninsularità della terraferma, la Grecia è un Paese eminentemente marittimo. Le coste sono assai frastagliate e assumono uno sviluppo lineare notevolissimo. La costa ionica è irregolare, con profonde insenature (Golfo di Corinto), pianure costiere (intorno al Golfo d'Arta) e lagune (Missolungi); gli aggetti peninsulari del Peloponneso, scoscesi e rocciosi, racchiudono gli ampi golfi di Messenia, Laconia e Nauplia; le coste orientali prospicienti il Mar Egeo sono rocciose e dirupate. La Grecia continentale è un Paese montuoso che si articola intorno all'unica catena montuosa vera e propria della penisola, il massiccio del Pindo da cui si dipartono due contrafforti; quello più settentrionale culmina nel monte Olimpo (2914 m), il più alto di tutta la Grecia. Nel Pelopnneso il Pindo continua negli alti monti dell'Acaia e dell'Arcadia. I corsi d'acqua della Grecia orientale hanno per lo più regime torrentizio, quelli del versante occidentale sono invece anche i più importanti della penisola greca (Arachthos, Aspropotamo, Alfeo).

Clima
La Macedonia e l'Epiro hanno un clima balcanico con inverni gelidi ed estati calde e umide mentre l'Attica, le zone centrali e orientali del Peloponneso, le Cicladi, il Dodecanneso e Creta hanno un tipico clima mediterraneo con inverni miti ed estati calde e secche. Le isole Egee nord-orientali, la penisola Calcidica e quella del Pilio hanno un clima che sta a metà tra quello balcanico e quello mediterraneo. Nei mesi estivi, costa orientale della Grecia e isole dell'Egeo sono spazzate dal meltemi, forte vento del nord che mitiga un po' la calura (40°C quasi in ogni parte del Paese).

Ora
Prospettive a SantoriniIl turista italiano al suo arrivo in Grecia deve spostare avanti il proprio orologio di 1 ora (quando in Italia sono le 12 in Grecia sono le 13). Quando in Italia è in vigore l’ora legale lo è anche in Grecia.

Lingua
Lingua ufficiale della Grecia è il greco moderno che sta al greco antico come l'italiano sta al latino. Di fatto il greco moderno è il risultato di varie influenze e mostra la combinazione del greco antico con parole tratti dai dialetti cretese, cipriota e macedone. Diffusa, specie tra gli addetti ai servizi turistici, la conoscenza dell'inglese e, spesso, anche dell'italiano.

Quando andare
santoriniLe stagioni migliori per un viaggio nella Grecia continentale sono la primavera (aprile-metà giugno) e l'autunno (seconda metà di settembre-novembre), quanto le temperature sono ancora sopportabili e non fa troppo caldo. Nelle isole del Mar Egeo il clima è sempre piacevole, anche in inverno, mentre in estate il meltemi, riducendo l'umidità, rende le temperature più accettabili. In luglio e agosto la temperatura raggiunge in tutto il Paese i 40°C all'ombra e visitare i luoghi archeologici più importanti può diventare problematico per il caldo torrido.
A Creta il caldo dura più a lungo e sulla costa meridionale dell'isola si può fare il bagno da metà aprile a novembre. Da fine novembre all'inizio di aprile la maggior parte degli alberghi chiude, le corse di autobus e traghetti vengono drasticamente ridotte se non cancellate e il Paese sembra sprofondare in un lungo letargo.

Spostarsi
La Grecia è Atene-centrica il che significa che in genere bisogna raggiungere la capitale e da lì imbarcarsi per successive destinazioni vuoi in aereo vuoi in nave (Pireo). Cefalonia, Creta, Kos, Leros, Limnos, Lesbo, Lefkas, Mykonos, Paros, Rodi, Samos, Santorini, Skiathos, Skyros e Zante sono raggiungibili da Atene con regolari voli di linea nazionali (Olympic Airways).
Numerosi collegamenti marittimi giornalieri o plurisettimanali partono da Atene-Pireo per tutte le isole Ionie, Cicladi, Sporadi e del Dodecanneso.
Le isole Ionie sono raggiungibili anche dal porto di Patrasso. Frequenti traghetti collegano tra loro anche le singole isole, ma a tal fine è bene tenere presente che è difficoltoso se non addirittura impossibile passare da un gruppo di isole all'altro (in altre parole se passare da una all'altra delle Cicladi non presenta alcuna difficoltà passare da un'isola delle Cicladi a una del Dodecaneso può essere impossibile).
E' possibile raggiungere via mare dal Pireo anche diverse località del Peloponneso e del Golfo Saronico . Sia la Grecia continentale che le isole sono ben servite da regolari e plurigiornalieri servizi di autobus comodi, veloci ed economici (tariffa standard di circa 4.13 euro ogni 100 km). La rete ferroviaria del Paese non è molto estesa e, tutto sommato, non è una valida alternativa la viaggio in pullman. Esistono comunque vari tipi di pass a tariffe agevolate.
Non ci sono problemi per noleggiare unauto sia dall'Italia che direttamente in Grecia presso le numerose agenzie locali. Le tariffe variano ovviamente a seconda del tipo di auto, del periodo e della durata del noleggio: si parte da 25 - 40 euro al giorno con kilometraggio illimitato. Di solito è necessaria una cauzione e una carta di credito. Sono sufficienti patente italiana e libretto di circolazione. Il costo della benzina è di 1,018-1,155 euro al litro.
E' possibile anche noleggiare motociclette di qualsiasi cilindrata presso le numerose agenzie presenti nelle varie località turistiche; le tariffe per il noleggio di motorini 50-650 cc. variano dai 15 ai 30 euro al giorno. Tenete presente che in Grecia è obbligatoria la patente A anche per ciclomotori fino a 50 cc. Le strade sono generalmente in ottime condizioni ma la segnaletica è solitamente solo in greco.

Le Isole Cicladi

Le Cicladi, così chiamate per il loro disporsi a cerchio intorno a Delo, costituiscono una delle più frequentate mete turistiche internazionali, splendide con le loro abbaglianti case bianche e le innumerevoli spiagge. Per visitarle conviene darsi ai vagabondaggi e raggiungerne due o tre per volta, assaporando la diversa bellezza di ognuna.

Mykonos
gattoMykonos, stravagante e incontrastata regina della notte, paradiso dei gay ma anche ricca di candide chiesette (365 una per ogni giorno dell'anno). Per la visita della cittadina non è necessario seguire un itinerario prestabilito, anzi è senz'altro più affascinante vagare di vicolo in vicolo alla scoperta di sempre nuovi scorci immersi in un'architettura cicladica di rara bellezza.
Con i frequenti mezzi pubblici è possibile raggiungere tutte le più belle spiagge dell'isola mentre barche fanno la spola con quelle più appartate. Per noleggiare un motorino calcolate circa 18 euro al giorno. Mykonos è una tra le isole più care della Grecia ed è sempre molto affollata: un buon rapporto qualità-prezzo è offerto dall'Hotel Philippi, centralissimo ma tranquillo, dotato di ristorante e di un incantevole giardino (è bene prenotare con buon anticipo). Mediamente, per dormire in hotel si spendono sui 30 euro la camera; prezzi più contenuti (18 euro a persona) al Camping Paradise, attrezzato ma non pulitissimo. Per mangiare a Mykonos non c'è che l'imbarazzo della scelta ma chi decidesse di fermarsi in una delle trattorie alle spalle della fotografatissima chiesetta di Panagia Paraportiani potrà gustare il cibo in compagnia di Petros II, il pellicano che è la mascotte dell'isola. In alternativa, in alta stagione, partono da diverse città italiane voli charter diretti per le isole maggiori.

Delo
Da Mykonos (imbarco al molo Karaoli Dimitriou), si raggiunge in barca Delo, isola sacra dell'antichità, terra natale di Apollo e Artemide. La visita si svolge necessariamente al mattino perché dopo le 15 non ci sono più barche che riportino a Mykonos.
L'isola, che si raggiunge in circa mezz'ora da Mykonos, si visita comodamente in poche ore; da non perdere la famosa terrazza dei leoni, le varie Case arricchite di mosaici e la salita al monte Kythnos da cui si gode una splendida vista sulle isole vicine. Si può completare il pomeriggio facendo un bagno ristoratore a Platys Gialòs o a Paradise e Super Paradise, quest'ultima spiaggia nudista dei gay.

Paros
Da Mykonos in traghetto (8 euro circa) o aliscafo a Paros, molto più semplice e tranquilla ma abbastanza grande da consentire belle passeggiate tra macchie profumate di rosmarino. Il capoluogo è Parikia dove si trova la chiesa della Panaghia Hekatondapyliani (Nostra Signora delle Cento Porte), uno dei più importanti monumenti della cristianità ortodossa. Vicino al porto ci sono numerosi alberghi ma sono troppo rumorosi; più defilato e silenzioso, a circa 10 min. a piedi al centro, si trova l'Hotel Platanos, se telefonate il proprietario vi viene a prendere e vi riporta al traghetto in auto), economico e dotato di ampie e pulitissime stanze. In alternativa, al camping Parasporos si spendono circa 6 euro a persona, con possibilità di noleggiare anche la tenda a 2 euro al giorno.
A pochi passi, sul lungomare, vi sono numerosissimi ristoranti tra cui anche alcune pizzerie dove, in caso di nostalgia, si può mangiare la vera pizza italiana (prezzo medio 10-12 euro a persona). In autobus si possono raggiungere tutti i principali villaggi dell'isola, ma potete anche noleggiare un motorino a 12 euro al giorno. Nel tardo pomeriggio salite all'Agorà e raggiungete la bianca chiesetta che si affaccia sul mare da cui si gode di un romantico tramonto.

Léfkes-Prodomos-Marpissa
Partendo la mattina da Parikia con comodi autobus (Odos Livadia, al porto) si arriva a Léfkes (12 km) da cui si diparte un'antica strada bizantina che, tra suggestivi paesaggi di campagna, porta al villaggio di Prodromos in circa 1 ora di cammino. Da qui si può raggiungere sempre a piedi Marpissa o raggiungere in bus la spiaggia di Golden Beach e le sue trasparentissime acque.

Andiparos
Da Parikia si raggiunge (più comodamente in battello che in bus+traghetto) la vicina isola di Andiparos dove si può visitare la famosa grotta ricca di stalattiti e stalagmiti (ingresso 1,86 euro ); il tutto non richiede di più di mezza giornata. L'altra mezza giornata può essere dedicata al mare: le insenature migliori si trovano dopo il villaggio di Apàntima, nella zona meridionale dell'isola, e si raggiungono solo in moto.


Santorini
santoriniDa Paros ci si imbarca (traghetto o aliscafo giornaliero) per Santorini con scalo a Naxos e Ios. Santorini è troppo bella per essere descritta a parole e di fatto è considerata da molti la più spettacolare delle isole greche. Le bianche case di Fìra e di Oia si affacciano sulla caldera nata dallo sprofondamento dell'antica isola (Atlantide?) a seguito di una immane eruzione vulcanica. A Fira si può scendere fino a Skala e poi risalire in groppa agli asinelli che, con infinita pazienza, risalgono i numerosi gradini ma soprattutto bisogna girovagare tra le stradine a strapiombo sul mare alla ricerca di scorci sempre più straordinari. Dopo aver visto un tramonto a Fira bisogna godersi il successivo a Oia: vicino al mulino a vento si radunano centinaia di persone per assistere allo spettacolo del sole che si immerge nel mare.



Atene
Atene è una città che almeno una volta nella vita vale la pena visitare. Se state cercando qualcosa, questo forse è il posto giusto per voi: proprio come succede nel film di Salvatores “Mediterraneo” potreste innamorarvi perdutamente dei luoghi che visitate… Attenzione però, questa città potrebbe rivelarsi sia un sogno che un incubo.
E’ ormai da decenni che Atene conta quasi metà della popolazione dell’intera Grecia e più di metà delle automobili. Lo sviluppo della città moderna ebbe inizio nel 1834 quando la città, che allora contava non più di 8000 abitanti, fu designata quale capitale del nuovo Stato greco . L'abitato si ramificò in ogni direzione con la costruzione di estesi quartieri suburbani, dapprima verso nord, nella piana del Cefiso e verso nord-est, sulle pendici del Licabetto e oltre, e successivamente verso sud, fino a raggiungere il mare. Questa enorme crescita non è avvenuta senza gravi squilibri, assai evidenti così nella struttura urbanistica come in quella socio-economica. Paradossalmente, una delle più antiche e prestigiose città del Mediterraneo ha percorso, in epoca moderna, la vicenda delle grandi agglomerazioni tipiche dei Paesi sottosviluppati, evidenziando stridenti contrasti fra quartieri amministrativi o residenziali di altissimo livello e sobborghi privi di un'appena sufficiente dotazione infrastrutturale, dall'aspetto caotico e trasandato. Così Atene, che nel 1800 era poco più che un villaggio, per via di questo disordinato processo di urbanizzazione che ha prodotto una crescita talmente incredibile, è diventata ormai una colata informe di cemento che dal Pireo arriva sino alla baia di Maratona.

tempio di nottePreparatevi quindi lo spirito: la prima impressione per chi arriva è terribile. Si rimane colpiti soprattutto dallo squallore dei palazzi, sporchi, probabilmente costruiti senza alcun piano regolatore e dall’inquinamento dovuto proprio dall’incredibile traffico: in queste strade circolano 500mila auto, camion, motociclette, migliaia di autobus e taxi gialli… Ci saranno volte in cui il rumore dei clacson e la confusione nelle strade vi sembreranno davvero intollerabili, altre volte, specie se salirete sulla sommità dell’Acropoli, rimarrete invece senza respiro persi tra la bellezza di quei tesori artistici. Secondo gli usuali canoni estetici Atene non può quindi considerasi una città bella, eppure vedrete, avrà lo straordinario potere di avvolgervi con i suoi tentacoli e di sedurvi con il suo spirito levantino. Non visitate però questa città col pensiero che il tempo si sia fermato ai libri di storia: Atene è tutto tranne una città morta. Anzi è decisamente l’opposto, piena di vita, persino brulicante o meglio ancora tentacolare, proprio come i polpi che i suoi abitanti ingurgitano in ogni occasione. Ma Atene è soprattutto una meta per viaggiatori curiosi, sì… questo è proprio il posto dove puoi ritrovare te stesso o perderti per sempre…

La metropolitana
Possiamo dire che sono occorsi 3000 anni ma adesso Atene ha finalmente una metropolitana coi controfiocchi. Forse la più efficiente e bella d’Europa. I lavori per la costruzione del metro sono andati molto a rilento per anni a causa di tutti i reperti archeologici che sono stati rinvenuti man mano: ogni volta che si scavava si finiva per trovare una tomba, un'urna o qualcosa d’altro. Così il problema principale non era quello di scavare attraverso la roccia, ma quello di setacciare i reperti archeologici. E’ valsa la pena aspettare perché oggi la piazza di Sintagma, ad esempio, è più di una stazione di metro: è un vero museo, gratuito e aperto tutti i giorni e a tutte le ore. All'entrata, oltre a delle bacheche in vetro con reperti archeologici di grande interesse, ci sono anche le foto di Atene di 100 anni fa, quando realmente era una delle città più belle in Europa. I lunghissimi corridoi di marmo che portano ai binari stranamente non hanno pubblicità alle pareti e nel percorrerli io ho ricordato quello che immaginavo sempre da bambino pensando all’aldilà, una sorta di camminata verso la luce… I treni invece non sono granché. In effetti assomigliano parecchio ai vecchi treni, soltanto più nuovi, più puliti, più lisci e soprattutto più veloci. Completamente automatizzati comunque, con una suadente voce femminile dall’altoparlante che avverte a quale fermata si sta giungendo. Ogni stazione della metropolitana di Atene è tutta da scoprire: anche quella apparentemente più sperduta espone diverse opere di artisti contemporanei e con soli 2,90 euro si può acquistare il biglietto giornaliero che vi consentirà di viaggiare indisturbati da una estremità all’altra.

Atene racchiusa in poche strade e Atene moderna
Il cuore pulsante di Atene è l’area racchiusa dalle due piazze principali della città, Piazza Sintagma e Piazza Omonia. In queste strade i ritmi frenetici della vita ateniese sono bilanciati in qualche maniera dalla lentezza dei tempi che furono… Qui troverete tanti negozi: quelli moderni, vero e proprio inno al consumismo, e quelli tradizionali come, ad esempio, i mercanti di tessuti, in prevalenza ebrei, legati alla tradizione: a volte proprio uno accanto all’altro nella stessa strada. E poi, soprattutto, una infinità di gente… tanta tanta gente, a tutte le ore del giorno e della notte. Se volete invece capire cosa la Grecia stia diventando prendete un taxi, un autobus o la metropolitana e dirigetevi a nord verso Kifisia oppure a sud, imboccando la litoranea Leoforos Poseidonos, raggiungete Glyfada… E’ qui che si respira una nuova aria internazionale, dove il lusso è visibile a tutti e inarrivabile per molti. Questi sono i nuovi quartieri residenziali, il nuovo capitalismo greco vive qui. Negozi lussuosi, bar e discoteche alla moda, alta concentrazione di aziende, società del terziario avanzato, banche e locali modaioli strapieni di gioventù bella e dorata.

Acropoli
Poche parole riguardo l’Acropoli, di cui saprete già tutto. Un solo consiglio: visitatela di domenica, meglio al mattino per non arrostire al sole, eviterete peraltro di pagare il biglietto!

acropoliI monumenti che si sono conservati fino ad oggi sono opere che risalgono all’epoca classica: si ritiene che siano stati eretti nel periodo tra il 447 ed il 406 a.C. L’artefice di tutto ciò può considerarsi Pericle che, con il suo ambizioso programma edilizio, aveva chiaramente lo scopo di promuovere l’immagine dello stato ateniese. Sulla cima della sacra rupe gli ateniesi eressero quindi una delle più perfette creazioni del genio umano, simbolo universale della bellezza classica. Personalmente considero il Partenone il metro stesso del mondo. La sua vista è una delle cose che è più profondamente penetrata in me in tutta la mia vita. Sgombriamo subito il campo da un luogo comune: non sono solo le proporzioni tra le parti e le simmetrie a catturare i sensi e l'anima di chi si trova ad ammirare il Partenone. Uno sguardo attento sa cogliere ed avvertire l'esistenza di lievissime curvature nei profili delle principali membrature e di marginali deviazioni dall'appiombo delle verticali, di continue minime variazioni degli interassi tra colonna e colonna, tanto sui fronti che sui lati: questione di pochi centimetri eppur determinanti per l'immagine. Probabilmente le sottili ragioni di tanto sottile lavoro furono quelle di creare ad arte la sensazione dell'esistenza di un moto sempre in atto nelle parti più visibili del tempio. Ai corpi che, pur in misura percettibile appena, deviano dalla retta incurvandosi, inclinandosi, enfiandosi, allontanandosi o avvicinandosi alternativamente anche di un solo centimetro, il cervello attribuisce infatti d'istinto uno stato d'inquietudine e di moto, espressione di un'intima vita che pervade le forme benché queste rimangano perfettamente immobili. Non bastano le proporzioni o le simmetrie perché non vi può essere espressione di bellezza piena senza espressione di vita e non c'è espressione di vita qualora non si coglie nell'immagine, colonna o corpo umano che sia, un empito della mente o dell'anima o di una qualsiasi forza interiore suggerita dal cenno di un qualsiasi movimento. Ecco le sottili ragioni: il tempio è creazione o forma che vive, realizza in sé piena bellezza nel proprio lieve e sottile deformarsi, nel proprio lieve e sottile deviare, nel proprio lieve e sottile variare con attentissime cure di matematica precisione. Infondere vita e vera bellezza a un edificio fu il merito inarrivabile degli architetti greci. Neppure dopo aver visto mille fotografie si è preparati ad affrontare l’emozione che si prova davanti all’immensità di questo edificio che peraltro è probabilmente la struttura più riconoscibile nel mondo, insieme agli archi dorati di MacDonald’s, naturalmente! Verso il 1450 i turchi lo trasformarono in una moschea e successivamente in un deposito di polvere da sparo. Per cacciarli un generale veneziano non esitò a sparare cannonate sull’Acropoli: una di queste fece saltare in aria il Partenone. Gran parte del Partenone è stato quindi smontato ed è stato rimesso insieme alle parti che sono state sostituite per rimediare all'usura, alle cannonate e all’inquinamento atmosferico. Le numerose impalcature presenti attualmente vi rovineranno un po’ le foto.


Insieme all’Acropoli e con lo stesso biglietto si visita il Museo dove sono custoditi tutti pezzi che non sono interessati a Lord Elgin. Senza dubbio avrete sentito parlare della polemica che circonda i marmi di Elgin. Si tratta dei fregi del Partenone, e di molti altri manufatti, che sono stati venduti al signore britannico Elgin dai Turchi che stavano occupando la Grecia. Sono ora conservati al British Museum benchè il governo greco, la gente greca e chiunque altro al mondo, con l'eccezione del governo britannico, creda che queste opere debbano essere restituite. A nord del Partendone si erge l’Eretteo, il secondo tempio dell’Acropoli per grandezza, risalente ad un periodo posteriore. Si tratta di una costruzione parecchio originale. Quello che salta subito agli occhi, a sud della costruzione, è la loggetta con le cariatidi, le sei statue delle korai, le leggiadre fanciulle che sostengono con grazia la trabeazione. Le statue in realtà sono state sostituite da calchi e le originali si trovano al museo dell’Acropoli, tranne una che invece si trova al British Museum Quando sarete sull’Acropoli, guardate Atene, laggiù, 4 o 5 volte in momenti diversi. Vedrete così ogni volta una città diversa… antica, bizantina, neoclassica e moderna…
Sotto l’Acropoli c’è il teatro di Erode Attico costruito dai romani ed ancora oggi usato per i concerti classici, il balletti, le manifestazioni di alto valore culturale.

Plaka
Plaka è la parte più vecchia di Atene. La maggior parte delle vie sono chiuse alla circolazione dei veicoli. E’ soprattutto la zona dei ristoranti, dei negozi turistici e dei caffè. La quasi totalità dei ristoranti sono tipici posti turistici, in alcuni la qualità del cibo non è malvagia ma attenzione perché in qualche taverna servono spiedini duri come i marmi del Partenone… Per quanto riguarda i negozi turistici la maggior parte di essi ha paccottiglia ma può capitare anche di trovare qualche articolo interessante. Quasi tutti i negozi vendono le stesse cose e agli stessi prezzi ma ci sono alcuni che si diversificano e che vendono oggetti d'antiquariato, icone verniciate a mano, sculture in legno e pitture. Inoltre ci sono parecchi musei per la descrizione dei quali vi rimando alle guide tradizionali.
I caffè sono generalmente carissimi se sono sulle strade principali (Kydatheneon, Adrianou) ed intorno alle piazze, ma molto spesso eccezionali per la vista che offrono. Se vi sedete in uno di questi caffè abbastanza a lungo potrete capire molto della Grecia osservando chi cammina per queste vie. La gente è pur sempre il più grande spettacolo del mondo! Potrete notare che ci sono parecchi ristoranti con i menu esposti nella strada. In effetti sarà difficile da non notare perché ogni volta che passerete qualcuno del locale proverà a tirarvi dentro per vedere il menu. Molti di questi ristoranti non sono malvagi. Piatto tipico: mousaka, pastitsio e souvlaki anche se vi consiglieranno di andare per il gambero e l'aragosta perché costano di più. Ma se desiderate mangiare qualcosa velocemente è bene che sappiate che ad Atene, in ogni piazza e a qualsiasi ora ci sono dei piccoli chioschi (peripteri) che vendono di tutto, cibo, bevande e quant’altro, dalla gomma alle cartoline, compresi i giornali di lingua italiana e l’altra stampa internazionale.

Piazza Sintagma
Apanteonl centro della città, è il posto migliore per orientarsi. La piazza di Sintagma ha una storia lunga. Sembra che ogni evento principale nella storia moderna della Grecia si sia celebrato qui. Una cosa è sicura: ora è probabilmente la stazione di metro più bella del mondo. Nella parte superiore di Sintagma, che significa Costituzione, c’è il Palazzo del Parlamento, precedentemente Palazzo del re, costruito fra 1836 e 1840 dal re Otto e finanziato dal suo padre Ludwig I di Baviera. L'idea originale era mettere il palazzo del re sull’ Acropoli ma fortunatamente questo non è accaduto. Lo stile classico di architettura, conosciuto come neoclassico, è lo stile dominante di tutti le vecchie costruzioni, case e edifici pubblici di Atene. Alla sinistra della piazza c’è il Grande Bretagne, un hotel straordinariamente elegante. Considerato il posto migliore per alloggiare ad Atene, è stato costruito nel 1862 per ricevere i capi di Stato, scopo per il quale è ancora usato. Del resto è uno degli hotel più noti nel mondo. Nella parte inferiore della piazza c’è invece il McDonald’s. È inoltre l'inizio della via Ermou, chiusa al traffico automobilistico e posto principale di shopping ad Atene, che conduce giù al mercato delle pulci di Monastiraki . Se vi trovate per strada e avete necessità di un bagno pulito, il primo posto che mi viene in mente di consigliarvi è appunto McDonald’s. Troverete sapone e carta igienica. E comunque non è necessario consumare, anche perché per mangiare c’è sicuramente di meglio.


Il Giardino Nazionale
Il giardino nazionale era riservato in precedenza esclusivamente alla famiglia reale. Ora è aperto al pubblico ma tenuto malissimo. L’entrata è proprio di fronte alla Piazza Sintagma. E’ un’orgia di piante lussureggianti! Ci sono aiuole, viali alberati, alberi altissimi, laghetti, ponticelli, statue ed innumerevoli panchine. Al momento della mia ultima visita era in condizioni indecenti. Speriamo che per le Olimpiadi lo abbiano rimesso in sesto.
Uscendo dal Giardino ci si può immettere in viale Vassilissis Sofias, una delle arterie principali di Atene, costeggiata da Ambasciate. Al n° 91 c’è quella americana del 1960, opera di Gropius. Adiacente al Giardino c’è lo Zappeio, un centro per congressi ed esposizioni in stile neoclassico. Le colonne doriche della sua facciata, l’imponente atrio, le scalinate dell’ingresso principale sono incorniciati da verdissimi viali alberati che servono a mettere in risalto la magnificenza dell’edificio. Questa zona è molto amata dagli ateniesi per farci le passeggiate.

Il mercato delle pulci intorno a Monastiraki
Il mercato è dislocato tra le viuzze intorno alla chiesetta di Agios Filippos, tra le stazioni di metropolitana di Thissio e Monastiraki, proprio nella stessa area dove in tempi remoti si tenevano i commerci al dettaglio. La domenica mattina è il momento di essere qui. Tuffatevi tra la gente. Avrete l’occasione di rovistare tra la mercanzia più incredibile: sigari cubani, caviale iraniano di contrabbando, porcellane di Limoges appena sbeccate, cellulari di ultima generazione e di dubbia provenienza, salami ungheresi in mezzo a frullatori usati, scarpe risuolate più volte e spesso spaiate, videocassette porno e ferri da stiro senza manico, accatastati sull’asfalto da bulgari, zingari, crimeani, transiberiani, transdanubiani. Un esercito cencioso che il naufragio di ideologie, rivoluzioni e controrivoluzioni ha arenato nelle vie di Monastiraki e che vende qui tutto quello che ha trascinato con sé nell’esodo... Forse percorrendo certe vie strette vi capiterà di storcere un po’ il naso o di spaventarvi e tornare indietro. Bè, questo se volete è uno dei pochi posti rimasti non ancora contaminato dalla sindrome del villaggio globale che ormai infetta con l’ardore di una febbre malarica buona parte della città.

I Mercati Generali
Percorrendo la via Athinas, dalla piazza di Monistiraki giù verso Omonia, vi troverete al mercato di Atene. Questo è il mio posto preferito! E’ un edificio bianco sporco, molto sporco, una specie di scatolone con la tettoia in ferro e vetro da stazione ferroviaria fin de siècle, esposizione perfetta delle delizie che giorno dopo giorno danno sollievo alla fame insaziabile di Atene. Il mercato del pesce e quello della carne si trovano proprio sotto questo gigantesco fabbricato: una vera e propria esposizione felliniana di ogni tipologia umana! La mattina è il momento di essere qui. È una scena da film. Alcuni dei macellai provengono dalle generazioni dei macellai che hanno avuto stalle nel mercato per un secolo. Poi c’è la parte dei pesci. In terra è tutto bagnato. Vaghi intorno e guardi tutti i pesci, qualcuno fresco, qualche altro congelato e ascolti le voci dei commercianti che sbraitano ad alta voce i loro prezzi. Confinante con il mercato di pesci per tre lati è il mercato della carne. Straordinarie poi le bancarelle che vendono le olive. Da vedere!... assaggiatele tutte. Se amate le olive questo è il vostro paradiso. Ci sono inoltre negozi di spezie, negozi di formaggio, merci inscatolate, merci asciutte, polli vivi. Bè, se desiderate essere creativi con il vostro shopping e fare dei regali originali date pure un’occhiata qui intorno.

Alcuni musei da non perdere
Sapevate che Atene è la metropoli più giovane d’Europa? E’ capitale appena dal 1834 e la sua evoluzione urbanistica è tutta moderna. Bè, questa è anche città di musei prestigiosi, molti rinnovati di recente, tappe irrinunciabili di un tour della Grecia classica e bizantina da programmare passo dopo passo. Ma per questo ci sono le guide tradizionali. Permettetemi però di citarne qualcuno.

Il Museo Archeologico Nazionale è uno dei più importanti musei al mondo, in un tipico edificio dell’Atene neoclassica (Odos Oktovriou Patissìon). Attualmente è chiuso per restauri, ma prima o poi dovrà pur riaprire! Per visitarlo tutto ci vorrebbe almeno una giornata intera. La documentazione presente tocca tutta la produzione artistica dell’antica Grecia, dai periodi cicladico, minoico e miceneo a quello classico. Tra le attrazioni principali spiccano gli ori micenei ritrovati dall’archeologo Heinrich Schliemann tra cui la famosissima maschera di Agamennone! In altre sale del Museo sono interessantissime da vedere le statue dei kouros, rivelatrici della venerazione che i greci antichi avevano per la bellezza maschile e le statue in bronzo del cavallo con fantino e del Poisedon di Artemisio. C’è poi una sala con diversi piccoli idoli di marmo tra cui uno raffigurante un suonatore di arpa e un altro che si cimenta col flauto… sembrano opere di Picasso, ma risalgono al 2800-2200 a.C. Unico neo di questo museo, prima della sua chiusura per restauri, era il fatto che l’allestimento fosse pessimo e che vi fossero un po’ troppi oggetti accatastati nelle vetrine con spiegazioni assai lacunose. Altro Museo assolutamente da non perdere è quello di Arte Cicladica e Greca Antica, tappa fondamentale per i cultori di quella particolarissima arte fiorita nell’arcipelago delle Cicladi dal III al I millennio a.C.: le figurine di marmo dalle linee essenziali, i cosiddetti idoli, straordinariamente godibili grazie anche ad un allestimento finalmente accurato e ad una illuminazione mirata. Vi consiglio di entrare dalla sontuosa residenza dei Goulandris, situata all’angolo di Leoforos Vassilissis Sofias e odos Irodòtou.

Infine, pur se ingiustamente lasciato in secondo piano rispetto ai più famosi musei archeologici ateniesi, ilMuseo Archeologico del Pireo ospita alcuni importanti reperti rinvenuti sia nella zona del porto sia nel territorio circostante, risalenti all’epoca classica, ellenistica e romana e costituiti essenzialmente da bassorilievi, marmi e da alcuni splendidi rilievi tombali di un periodo compreso fra il IV e il II sec. a.C., quando il porto era collegato al sistema difensivo ateniese mediante le Lunghe Mura. Il più noto di questi tesori ritrovati e vanto del Museo è la magnifica statua di Apollo, nota come Kouros del Pireo: si tratta della più antica statua in bronzo cavo mai rinvenuta realizzata con la “fusione a cera persa” del bronzo e ha dimensioni superiori al reale.

Mangiare ad Atene
Trovare di che sfamarsi ad Atene non è assolutamente un problema, basterà infatti guardarsi attorno… L’unico vero problema sarà riuscire a trovare quei locali effettivamente meno turistici dove si possono davvero gustare i piatti della cucina greca. Il mio consiglio è quello di consumare i pasti nelle taverne. Soprattutto in quelle non frequentate da turisti (evitate allora i locali troppo coreografici) dove le influenze del cibo americano ed europeo non sono ancora arrivate… e nel caso non si riuscisse a decifrare il menu si va direttamente in cucina a scegliere il proprio piatto. Vedrete, la cucina è ottima e molto varia, la spesa difficilmente supererà i 10 euro a persona. Tutto sta nel trovare i posti giusti! Meglio intendersi, quella che vi consiglio io è una cucina casereccia e i posti da me indicati non li troverete mai in nessuna guida Michelin… quindi non cercateli lì. Il più tipico dei ristoranti greci ad Atene che ho incontrato per ora durante i miei viaggi è la taverna Dafni in Odos Loulianou 65, non lontano da Sintagma e Omonia. Cucina tradizionale in un ambiente rilassante. Altro indirizzo interessante èl’Ouzeri di Odos Themistokleus al numero 11, inutile cercare l’insegna che non c’è. La clientela è greca, gente che vive o lavora nei paraggi, tutti all’assalto di uno degli ultimi caffè -mezedopolio veraci ancora rimasti. E i gatti fanno altrettanto, stufi pure loro di raccattare solo avanzi di Big Mac o pollo al curry o maiale in agrodolce nei sacchi di immondizia lasciati a notte fonda dai ristoranti etnici, fusion e post moderni che ormai, inesorabilmente, guadagnano sempre più spazio. Sushi e manicaretti thailandesi, si sa, non sono trippa per gatti!!

Se non potete permettervi la taverna, potete mangiare lungo le strade spendendo pochissimo, ordinando souvlaki me pita (carne allo spiedo di maiale farcita con cipolla, pomodoro e salsa e racchiusa in una sorta di piadina piuttosto unta). Tutto ciò è molto gustoso, certamente più delle pizze industriali, e costa 1,50 euro. Il souvlaki è l’alimento principe per i greci, come l’hamburger per gli americani. Almeno lo era, fino a quando gli hamburger hanno preso il sopravvento anche qui, soprattutto tra i giovani. I negozi di souvlaki si sono così trasformati in posti di alimenti a rapida preparazione (i Goodis e i Mc Donald’s ora impazzano!) più limitati e più globalizzanti. Comunque, per fortuna, non avrete troppa difficoltà a trovare un souvlaki se ne desiderate uno.Che cosa è un souvlaki? È solitamente carne di una certa specie, manzo, agnello, porco o pollo cucinata su uno spiedo verticale gigante. Il “cuoco” affetta fuori della carne, quando è cotta, e la mette su un pane rotondo e unto chiamato pita con dentro lattuga, pomodoro, cipolle ed il tzaziki, una salsa con cetriolo-yogurt-aglio che poi, a mio parere, è la cosa che rende i souvlakia sfiziosi. In alcuni negozi di souvlaki potete ottenere i souvlakia di pollo e perfino i souvlakia di pesce spada (molto rari; li ho visti in un posto vicino a Sintagma). Il souvlaki viene confezionato in carta paraffinata e si mangia come una banana, è un po’ unto e sudicio, ma buono ed economicissimo. A meno che non siate vegetariani militanti non dovreste lasciare la Grecia senza provarlo almeno una volta.

In Grecia non esistono i primi piatti anche se recentemente i ristoranti di Atene iniziano a inserire nei menù anche la pastasciutta. Non vi consiglio però di ordinarla! E’ quasi sempre abbinata al sugo di pomodoro (a cui aggiungono lo zucchero!) o al sugo di carne… Gli antipasti rappresentano invece un momento importante del pasto alla greca. I mezedes spesso costituiscono l’intero pranzo e sono costituiti da una o diverse portate: di solito non mancano mai le olive, la feta o qualche altro formaggio, peperoni grigliati, acciughe o piccoli pesciolini, l’immancabile polpo, i dolmades e una infinità di salse come la taramosalata, il tzatzichi, la melitzanosalata oppure le gustosissime tiropitakias, formaggio fuso al forno in piccoli triangoli di pasta sfoglia. Per chi ama le verdure vi è anche la variante spanakopita dove al posto del formaggio ci sono gli spinaci.

Fra iformaggi oltre alla onnipresente féta ( formaggio salato con numerose e diverse stagionature), da assaggiare la mizithra (di pecora, molle e saporito) e il kaséri (tipo pecorino stagionato). Il moussaka invece è uno dei must della cucina greca, ricorda molto le lasagne, a base di ragù e salsa di pomodoro, mentre la pasta è sostituita da melanzane e patate, farcito dall’immancabile besciamella e cotto al forno. Quel che non ti aspetti sono le patatine fritte (patates tiganites). In Grecia hanno conservato la sana abitudine, nei locali, di usare patate fresche e non surgelate, tagliate a mano e molto, molto gustose.

Il modo più usuale di cuocere la carne è senz’altro alla brace, con un frequente uso dello spiedo. L’agnello e il maiale sono spesso cucinati infilzati in grossi spiedi sopra i carboni ardenti. Ciò non toglie che esista anche una grossa varietà di pietanze di carne cucinate al forno. Un piatto molto particolare è rappresentato dal kokoretsi, a base di interiora di agnello, cotte alla brace. Nel periodo di Pasqua non sarà difficile da trovare. Un piatto invece apprezzato particolarmente dai turisti, in particolare dai bambini, è senz’altro il bifteki, carne macinata tipo svizzera con un sapore un po’ particolare dato dalle spezie locali e poi la classica brizola, bisteccona di maiale. Nei locali spesso i secondi vengono serviti nello stile piatto unico e quindi arrivano guarniti a piacimento, di solito con riso, patate o verdure cotte. Per quanto riguarda il pesce, soprattutto in estate molto diffusi sono i piatti di calamaretti (kalamarakia) rigorosamente fritti, il sublime polpo cucinato in vari modi, i gamberetti e poi il pesce vero: la frittura di pesciolini piccoli (maridas) spesso offerti tra gli antipasti e altre varietà di pesci in tutte le forme e dimensioni cucinati splendidamente al cartoccio, al forno, alla griglia.

I greci solitamente bevono l’acqua che sgorga dal rubinetto e quindi nelle taverne, se non specificate che volete acqua minerale oppure se non avete troppo la faccia da turisti, vi porteranno da bere acqua del rubinetto in caraffa. Attenzione perché è bevibile ma vi abbonda il cloro, quindi se avete un palato delicato siete avvisati! Si può trovare facilmente ogni tipo di birra. Per accompagnare i pasti quelle più diffuse sono senz’altro le bottiglie da mezzo litro prodotte localmente a partire dalla Heineken e dalla Amstel su licenza olandese e dalla Mythos. La birra alla spina invece non è diffusa come in Italia.

Per quanto riguarda i vini la retsina è il vino prodotto più in larga scala: è ottenuto principalmente dai vigneti dell’Attica secondo un antico procedimento che prevedeva l’utilizzo della resina di pino per conservare più a lungo il prodotto. Io non sono un intenditore ma personalmente lo ritengo poco adatto ai nostri palati. Ma i vitigni delle varie regioni elleniche producono vini di varie qualità sia bianchi che rossi ma anche rosati fino ai vini moscati o liquorosi di ottima fattura. In Grecia, come in molti paesi mediterranei, si usa bere un liquore a base di anice, l'ouzo: può essere un aperitivo, allungato con l'acqua, ma viene servito anche liscio. Attenzione perché è gradevole ma picchia parecchio. Una sua variante poi è il tsipouro, prodotto soprattutto nella regione della Macedonia, dai connotati più simili alle nostre grappe anche se il sapore di anice continua a prevalere. Un altro liquore tipico è certamente il brandy, che ha legato la sua notorietà al marchio Metaxa, le cui stellette indicano gli anni di invecchiamento.

I dolci sono quasi tutti di origine turca quindi estremamente dolci, a volte con un sapore a dir poco sconcertante: meritano comunque un assaggio la baklavá (noci, pasta e miele), il kataifi (noci e miele avvolti in pasta) e il rizógalo (budino di riso con cannella). In compenso se entrate in una pasticceria per regalare dei dolci a qualcuno le confezioni che vi faranno saranno sempre impeccabili!

Ad Atene, e in Grecia più in generale, sappiate chesi può scegliere tra diverse tipologie di locali per mangiare: l'Estiatorion è l’equivalente del nostro ristorante, locale elegante, dove anche la forma ha un suo valore e i piatti a disposizione sono vari e numerosi, con una cucina che guarda oltre i confini nazionali. I camerieri sono (o almeno dovrebbero essere) discreti e ossequiosi e magari ti versano anche il vino, rigorosamente in bottiglia! La Taverna è il locale tipico dove si mangia e si beve. Il proprietario e i membri della sua famiglia spesso preparano e servono i pasti e i prezzi sono molto moderati rispetto a quelli dei ristoranti. Diciamo che è l’equivalente delle nostre osterie di paese con tavoli e sedie in legno, spesso traballanti, tovaglie di carta fissate al tavolo alla bell’e meglio. Di solito le posate vengono portate insieme ai bicchieri e al pane e il compito di apparecchiare è tutto dell’avventore! Il vino, sfuso, viene servito in caraffa. Nelle zone meno turistiche o nelle taverne più “malfamate” non si usa neanche il menù, l’informazione sui piatti disponibili è data direttamente dal cameriere. Alcuni piatti sono esposti in bella mostra nello scaldavivande del locale. Se insistete comunque uno straccio di menù ve lo trovano… Le portate a disposizione non sono moltissime e comunque rigorosamente appartenenti alla tradizione della cucina greca! Allora, cosa c’è di più romantico di una bella cenetta in una taverna greca, con mangiare buono, i tavoli che traballano, le sedie impagliate, i bicchieri da cucina e la sensazione di sentirsi quasi a casa propria? La Psistaria è una taverna specializzata in cottura alla griglia e allo spiedo mentre nelle Psarotaverna (fish taverna) si preparano buoni piatti di pesce, generalmente pescato vicino alla spiaggia o al porto.

Nella zona centrale di Atene e anche nei rioni più popolari ormai spuntano come funghi nuovi caffè alla moda, bar vasti come portaerei, locali con arredi minimalisti e vibrazioni techno, ristoranti di charme frequentati dal bel mondo ateniese e pronti a soddisfare i turisti più esigenti, nel caso voi lo siate. Se dopo pranzo volete rilassarvi seduti al tavolino di un bar ricordatevi che il caffè greco è quello che una volta veniva definito turkikò caffè. Personalmente non riesco ad apprezzarlo: è diluito ed amaro. La parola chiave per avere un caffè un po’ più simile al nostro è nescafé! Ricordatevi: sketos è il caffè amaro; metrios è quello che contiene una o due bustine di zucchero; glykys è quello decisamente dolce. E infine due paroline per la famosa insalata greca: è proverbiale e abbastanza nutriente da poter sostituire un pasto intero. Dentro vi sono, in misura più o meno marcata, pomodori, cetrioli, cipolle, peperoni verdi, formaggio feta, olio e origano. Non partite senza averla mai ordinata! Infine ricordatevi che gli ateniesi pranzano dalle due alle quattro del pomeriggio e la cena non inizia mai prima delle ventidue.

Rodi
Rodi possiede tutte le caratteristiche in grado di soddisfare le diverse esigenzedi ogni viaggiatore: sole, mare, storia, verdi pinete, alte e aspre montagne, spiagge lunghe e solitarie oppure attrezzate e popolate, località tranquille e remote e/o paesichiassosi e pieni di vita. Un microcosmo completo che non lascia indifferenti e non vi deluderà.

Tolos - Petaloudes - Kameiros - Skala Kamirou - Kalavarda
cittàLasciato l'aeroporto, che si trova a Paradissi, seguendo la strada principale che percorre la costa orientale dell'isola in meno di 15 minuti si raggiunge Tolos, posto a 1 km da Theologos e a soli 22 km dalla città di Rodi. Qui abbiamo affittato un appartamento (450 euro per due settimane) che mediamente è composto da una camera ampia con due letti singoli, angolo cottura con frigo, un balcone grande con tavolino e sedie, un bagno piccolo, ma con acqua calda sempre presente. La zona è quella che fu interessata dal primo impulso turistico avuto dall'isola negli anni '70 e che vide il sorgere di un numero impressionante di grandi hotel che si susseguono lungo la costa da Kritika, subito fuori Rodi città, all'inizio della baia di Trianta sino a Tolos. Questo tratto di costa però non é per nulla bello: é battuto infatti dal meltemi che soffia da ovest senza sosta, e il mare é sempre mosso. La spiaggia, di sabbia e ghiaia, é stretta e poco piacevole alla vista. Il turismo, esclusivamente inglese.

Come prima escursione scegliamo Petaloudes, dove si trova la famosa "valle delle farfalle". Per raggiungerla si segue la strada principale verso Paradissi e dopo 3 km si svolta a destra in direzione Petaloudes; superati i paesi di Kato Kalamonas e Kalamonas, piccoli e insignificanti, si arriva alla valle delle farfalle, dopo 7 km di strada. La "valle" (ingresso 3 euro) non é altro che una piccola gola solcata da un ruscello su un lato della quale é stato ricavato un sentiero artificiale con scalini, parapetti e punti sosta. L'impatto visivo é carino, ma si ha l'impressione di trovarsi nel classico "specchio per allodole" per turisti... anche se le farfalle ci sono davvero e sono moltissime, tutte uguali, con il loro mantello nero e rosso, puntinato di bianco. Attenzione, sono soprattutto nella parte bassa del sentiero, molto meno in quella alta. Quindi, se decidete di visitare Petaloudes, percorrete il sentiero per intero: se partite dall'alto, sappiate che, al disotto della strada oltre il bar, c'é l'ingresso alla parte bassa della "valle", la migliore, e non bisogna pagare di nuovo, basta far vedere il biglietto acquistato per visitare la parte superiore. La visita dura circa un'ora e, se decidete di farla, cercate di arrivare presto al mattino, verso le 09.00, quando ancora non c'é molta gente, in modo da godervi il luogo da soli.

Ritornati sulla strada costiera imbocchiamo la strada in direzione sud per raggiungere Kameiros e visitare le rovine della città antica. Seguendo la costa si superano i paesi di Soroni, Fanes e Kalavarda; 3 km dopo si trova ben segnalata la deviazione a sinistra per l'antica Kameiros; ancora 1 km e si giunge in uno spiazzo che funge da parcheggio, alle porte del sito archeologico (biglietto di entrata, 4 euro). Il sito é molto ben tenuto ed é evidentissima la pianta della vecchia città di Kameiros soprattutto dalla collina che la sovrasta e che garantisce un pittoresco colpo d'occhio sulle rovine, offrendo come sfondo il mare e la vicina costa turca.

Si riprende la strada costiera e si prosegue verso sud per 15 km sino a raggiungere Skala Kamirou, paesino da dove partono i traghetti per Chalki, piccola isola che può regalare agli amanti della tranquillità una giornata piacevolissima. Infatti nell'isola non ci sono bus, nè macchine per spostarsi dal piccolo ormeggio intorno al quale sorge il paese abitato dai pescatori e dalle loro famiglie: per raggiungere le spiagge bisogna fare affidamento solo sulle proprie gambe! (orari: tutti i giorni per Chalki partenza alle 14.30 e ritorno il giorno successivo con partenza da Chalki alle 06.00; la domenica invece è possibile fare un tour giornaliero con partenza alle 09.00 e ritorno da Chalki alle 17.00; durata della navigazione circa 1 h e 30 min.). A ridosso del porticciolo di Skala Kamirou ci sono due ristoranti, praticamente l'uno di fronte all'altro, che come specialità offrono pesce, ma i prezzi sembrano tutt'altro che convenienti. Se si vuole mangiare del buon pesce fresco e saporito ad un prezzo ragionevole (circa 20 euro a persona) bisogna andare invece al Ristorante Macedonia che si trova sulla strada principale, proprio di fronte alla deviazione per Skala Kamirou.
La costa tra Paradissi e Kalavarda non é nulla di particolare: stretta, ciottolosa, maltenuta e con il mare sempre mosso. Qualche km prima del paese di Kalavarda la costa é lievemente migliore: a ridosso della stretta spiaggia ci sono dei piccoli alberi, che oltre a garantire un'ombra naturale, rendono più pittoresco l'impatto visivo. La spiaggia é di sabbia, ma molto stretta e siccome di notte é continuamente bagnata dal mare, é umida. L'acqua é chiara, anche se ci sono a riva molte alghe, mentre più avanti é di un azzurro intenso: comunque nulla di particolare! Tornati a Tolos ceniamo alla "Taverna To Petrino": i tavoli sono sotto un porticato ricoperto di canne, in un contesto grazioso arricchito da uno stile da vecchia locanda greca. I piatti serviti sono abbondanti, ben cucinati e buoni, il servizio e il prezzo ottimi (6-7 euro a persona).

Panagia Tsampica - Tsampica Beach - Arhangelos - Stegna
Partenza alla volta della costa orientale imboccando la strada costiera in direzione sud verso Soroni. Terminato l'abitato di Soroni si svolta a sin. verso l'interno dell'isola, seguendo le indicazioni per Dimylia ed Eleoussa. La strada é molto bella, immersa completamente nella pineta e mostra un'isola ricca di verde, di vegetazione e rigogliosa. Si sente un intenso odore di resina oltre ad una tanto agognata frescura. La strada comincia a salire lievemente e dopo 4 km si giunge al monastero di Syla, che il 27 luglio si anima per una grandiosa festa.

Altri 5 km e si arriva a Dymilia, piccolo paese che si sviluppa ai lati della strada principale; fatti altri 2 km ecco Eleoussa, dove si trova la deviazione per Profitis Ilias. Eleoussa é un bel paese con due ristoranti, una grande piazza in cui si fronteggiano la stazione di polizia e una graziosa chiesa cattolico-ortodossa e un'immensa fontana circolare. Si prosegue verso la costa orientale seguendo le indicazioni per Archipoli mentre la strada comincia a scendere. Superata l'insignificante Archipoli e fatti altri 5 km si trova sulla destra la deviazione per Epta Piges, le sette sorgenti.


mareAltri 3 km e finalmente si incontra la strada principale che percorre la costa orientale in località Kolimpia; prendendo a destra, verso il sud dell'isola, dopo solo 2 km si incontra sulla sinistra la deviazione per il monastero di Tsampica: la strada da asfaltata diventa "cementata", nel senso che é costituita da una stretta e sconnessa striscia di cemento, che si arrampica per 1,8 km sulle pendici della montagna in cima alla quale é posto il monastero. Un sentiero, che parte poco più avanti, porta sin dentro al monastero. Gli isolani sono molto devoti alla Beata Vergine di Tsampica a cui la tradizione vuole che si rivolgano le donne per ottenere la grazia di un nascituro. Il monastero, tuttavia, é ben poca cosa: é costituito infatti da una piccola cappella nella quale si trova l'icona della Beata Vergina di Tsampica, l'unica in cui il piccolo Gesù é raffigurato al centro, tra le braccia della Madonna, e non in braccio come in tutte le altre icone. La cosa bella di Panagia Tsampica é comunque la splendida vista panoramica che si gode dall'alto: a sinistra la vista spazia sulla spiaggia di Kolimpia e su tutta la baia di Afantou, a destra sulla splendida spiaggia di sabbia dorata di Tsampica.

Raggiungere la spiaggia é veramente facile, basta infatti riprendere la strada principale verso sud e dopo 300-400 m si trova a sin. l'indicazione per Tsampica beach. Sul primo tratto di spiaggia che si incontra ci sono ombrelloni e lettini, ma in fondo a destra c'é un ampio tratto completamente libero (possibilità di mangiare uno spuntino nei bar). La spiaggia é veramente bella, lunga e larga con la classica forma a mezza luna e composta interamente di sabbia dorata. L'acqua é limpidissima e di un brillante colore verde.

Lasciata Tsampika ci dirigiamo verso Arhangelos situato 3 km più a su, paese carino famoso per le ceramiche e i tappeti tessuti a mano. Da vedere c'é la bella chiesa ortodossa, posta nella zona alta, che ha un magnifico campanile bianco tutto lavorato e un giardino con alberi e panche a l'ombra, dove riposare al fresco. Ritornati verso il centro del paese, prima di raggiungerlo una deviazione a destra conduce a Stegna, sulla baia di Arhangelos. Il paese é carino, con locali e ristoranti, ma la spiaggia non é niente di particolare. Tornati a Kolimpia si ripercorrono a ritroso i 27 km che separano Tolos dalla costa orientale.

Lindos - Pefki - Lardos
La meta odierna è Lindos: partendo la Tolos in mezz'ora si raggiunge la parte opposta dell'isola e, incontrata la strada principale della costa orientale, dopo 26 km si arriva a Lindos: tempo impiegato 45 minuti. Puntiamo sulla fortezza: circa 1 km di passeggiata lungo un pendio non troppo scosceso e comunque ben percorribile visto che per 2/3 é all'interno del paese e nell'ultima parte il sentiero é ben segnato e tenuto (se proprio non si sopporta camminare, allora si può ricorrere agli asinelli: appena entrati in paese, sulla destra si trova il punto di partenza di questi "poveri" animali che per tutto il giorno portano i turisti alla fortezza; costo del trasporto: 4 euro).

In poco meno di 10 minuti si giunge all'entrata della fortezza (ingresso 6 euro). L'area intorno all'acropoli fu portata alla luce nei primi anni del 1900 dai danesi che ritrovarono, e si portarono via, uno dei reperti più importanti conosciuto col nome di Cronaca del Tempio di Atena da Lindos: si tratta di due lastre di marmo con iscrizioni di Timochide, sacerdote di Atena, datate 99 a.C. che ora sono in bella mostra al museo di Copenhagen! L'acropoli, disposta su quattro diversi livelli, si erge su una roccia triangolare, più larga e bassa sul lato nord e più alta e stretta su quello sud. Tutto intorno si erge la muraglia costruita dai cavalieri che, a differenza delle antiche mura originarie, impedisce di vedere le costruzioni che ci sono all'interno.

La splendida fortezza-acropoli di Lindos domina il piccolo paese di
case bianche - ©MaurizioFabbriL'atmosfera è stana, quasi magica... Sembra di trovarsi in un grande set cinematografico: l'unica cosa che tiene attaccati alla realtà sono i rumori del paese sottostante che si stende come un lenzuolo bianco, intatto e non deturpato da alcuna costruzione moderna. Il governo greco ha infatti vietato qualsiasi tipo di speculazione edilizia e se si vuole dormire qui bisogna prendere in affitto le camere che gli abitanti mettono a disposizione dei turisti, che non sono nè poche, nè a buon prezzo. In lontananza (e parzialmente coperta dal corpo centrale del castello dei Cavalieri) si vede la baia più grande di Lindos mentre sul retro, dal Tempio di Atena, si apre completamente alla vista la piccola baia di San Paolo, il porticciolo di Lindos ricavato in un anfratto naturale circolare, quasi completamente chiuso.

Tornati in paese ci dirigiamo verso la spiaggia: é stretta e lunga circa 200 m, ma la cosa peggiore sono gli eccessivi ombrelloni! Il mare in compenso é molto bello, calmo e liscio come una tavola, cristallino e azzurro tenue. Verso mezzogiorno ci si avvia verso il cuore del paese: i vicoli sono completamente tappezzati di merce che non varia poi molto da un esercizio all'altro. Fondamentalmente vendono tutti le stesse cose: paccottaglia per turisti, cara e poco caratteristica... Anche i locali e i ristoranti sono moltissimi, si ha l'imbarazzo della scelta, ma i prezzi sono molto più alti del solito. E' difficile trovare Lindos non invasa dai turisti e quindi, per cercare un po' di più calma ci dirigiamo verso Pefki (4 km).

Superato Capo Ioannis, troviamo una bella località balneare che non ha niente da invidiare a Lindos, se non la fortezza... Si percorre la strada che porta in paese scorrendo un'interminabile fila di ristoranti, negozi, bar e locali. Ogni cinquanta metri sulla destra si incontra una traversa che va verso il mare. Si può ritornare sulla strada principale e proseguire verso sud; dopo 3 km si incontra il bivio per Gennadi e Kattavia e, pur se in piccolo e leggermente sbiadita, l'indicazione per Lardos beach. Non é niente di particolare, anzi sicuramente il tratto di costa meno attraente visto sino ad ora con sabbia e ciottoli e l'acqua che, pur avendo un colore verde brillante, non é completamente limpida.

Rodi - Felirimos - Baia di Trianta - Ialyssos
Le mura di Rodi sono già uno spettacolo: imponenti e massicce. In alcuni punti sono spesse 12 m e il fossato arriva a 21 m di larghezza. Se ciò stupisce, quello che si trova al loro interno é qualcosa di unico e indescrivibile... La città vecchia infatti é un vortice di vicoli e piccole stradine che si intrecciano tra loro in un enorme labirinto con un fascino inconsueto e particolarissimo. Perdersi e ritrovarsi al suo interno é una vera e propria gioia... Tutte le costruzioni sono in sasso e sono le stesse, spesso fedelmente ristrutturate, di 6 secoli fa. La città medievale, detta Kastro, é suddivisa in due settori: quello nord, che comprendeva l'acropoli interna e il Castello dei Cavalieri, detto Collacchio, e quello sud, la Chora, più vasto, dove abitava il popolo. Molteplici sono i monumenti interessanti e degni di nota che si trovano a Rodi e si incontrano facilmente passeggiando per la città (su tutti ricordo il Palazzo del Gran Maestrio orario:9-19, lun.12.30-19, chiuso la dom.). E non dimenticate di andare a vedere le due colonne che delimitano l'ingresso al porto, sulla cima delle quali svettano le statue del Cervo e della Cerva, simboli della città: qui infatti la tradizione colloca il mitologico colosso di Rodi. Rodi é fantastica, incredibile, bella e affascinante; ci si può tranquillamente passare un'intera giornata, tanti sono i monumenti che possiede. Anzi forse non é affatto sbagliato pensare che sia tutto l'insieme un'enorme monumento, che é arrivato intatto sino a noi...

Lasciamo Rodi costeggiando il porto, passiamo di fronte all'acquario e torniamo indietro seguendo le indicazioni per Ialyssos. Superiamo Kritika e Ixia, costeggiando la baia di Trianta e dopo 8 km entriamo nell'abitato di Ialyssos. Un cartello indica la deviazione per il colle di Filirimos, dove si trova l'acropoli di Ialyssos. La strada, 5 km in tutto, va verso l'interno e per i primi 3 km resta pianeggiante, poi comincia a salire, con vari tornanti, in mezzo ad un bosco di pini, per giungere in cima al colle dove, di fronte ad un ampio parcheggio, c'é l'ingresso all'acropoli. Fatta una breve salita si giunge alla piccola chiesa di Panagia Filerimou, carina e strana al tempo stesso. Dal colle si gode di un bellsssimo panorama: di fronte c'é la baia di Trianta e lo sguardo segue l'orizzonte, da Rodi a Kremastì!

Capo Ladikò - Baia di Anthony Quinn - Trogonou
Si ripercorre la strada che consente di arrivare dalla parte opposta dell'isola e, giunti a Faliraki, si prosegue verso sud. Percorso poco più di 1 km, sulla sinistra si trova la deviazione per Ladikò e la baia di Anthony Quinn. La strada sale per 500 m, quindi ridiscende per circa 200 m e si biforca: prendendo a destra si scende per altri 150 m arrivando a ridosso della baia di Capo Ladikò dove si trova una piccola e stretta spiaggia di sabbia e ghiaia occupata completamente da ombrelloni e lettini, alle spalle della quale c'é una taverna.

Andando a sinistra, invece, la strada continua per circa 200 m terminando in uno spiazzo sterrato che funge da parcheggio per coloro che vogliono scendere alla baia di Anthony Quinn (il nome deriva dal fatto che il governo, ai tempi del film "Zorba il greco" aveva regalato la baia al popolare attore; alcuni anni dopo però, cambiato il governo, lo stato si riprese il regalo! L'attore non si rassegnò all'idea di perdere questo piccolo angolo incontaminato e aprì un contenzioso legale che ancora oggi si trascina senza giungere ad una soluzione) oppure al porticciolo di Capo Ladikò, costituito da una banchina in cemento sulla quale sono disposti ombrelloni e lettini.

La Baia é dotata di una spiaggia ridottissima ma in compenso l'acqua é straordinaria, limpidissima e di un colore particolare che va dal verde all'azzurro tenue. Purtroppo, data la sua notorietà, si riempie subito e in breve tempo ci si trova in un carnaio. 1,5 km più a sud c'è un'altra spiaggia, Trogonou beach, tratto iniziale della lunga baia di Afantou. La spiaggia é interamente composta da ciottoli grossi, bianchi, levigati e arrotondati, che caratterizzano anche il fondale circostante. L'acqua é molto bella, limpida e di un colore verde intenso nei primi 10-15 metri mentre diventa lentamente blu scuro più al largo.


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